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La democrazia tradizionale si apre alle donne

Marianne Dürst ha sottolineato che le riforme hanno maggiori possibilità di riuscita in una «Landsgemeinde» che in una votazione alle urne Keystone

I cittadini del canton Glarona hanno eletto per alzata di mano la loro prima donna landamano, la liberale radicale Marianne Dürst, che ha concesso un'intervista a swissinfo.

Sono stati necessari oltre 650 anni dall’entrata del cantone di Glarona nella Confederazione per vedere una donna – l’avvocato Marianne Dürst, nata nel 1961 – accedere alla carica di landamano, ossia presidente del governo cantonale.

Tale posizione consente alla neoeletta, tra l’altro, di condurre i dibattiti sulla pubblica piazza, nell’ambito della tradizionale «Landsgemeinde» (assemblea degli aventi diritti di voto).

Swissinfo ha discusso con Marianne Dürst sulle sue impressioni dopo questa elezione storica.

swissinfo: Che cosa significa per lei questa nomina?

Marianne Dürst: In veste di donna attiva in politica, essa costituisce per me un grandissimo onore. La nostra «Landsgemeinde» ha adottato durante gli ultimi anni diverse decisioni lungimiranti, e sono personalmente fiera di poter guidare il cantone nel corso dei prossimi due anni.

La scelta dei cittadini glaronesi costituisce inoltre un segnale importante per le donne: siamo riuscite ad aprire la strada, e ora diventerà normale che i destini del cantone siano affidati a una di noi.

swissinfo: Come si diventa landamano?

M. D.: Per prima cosa, è necessario fare parte del governo cantonale (consiglio di Stato). Il landamano viene infatti designato dalla «Landsgemeinde», scegliendo tra i consiglieri di stato eletti alle urne.

Se analizzo il mio percorso personale, devo dire che l’impegno dei miei genitori mi ha sicuramente aiutato molto. Essi hanno infatti diretto un istituto di rieducazione minorile: siamo sempre stati una grande famiglia, costantemente a contatto con la società esterna.

Inoltre, nell’ottica della mia attività politica, sono stati decisivi gli anni degli studi di diritto, all’università di Zurigo. In particolare, il diritto pubblico mi ha reso sensibile alle questioni politiche. E infine, nel 1998, i tempi si sono dimostrati maturi per diventare la prima donna in seno al governo cantonale.

swissinfo: Torniamo alle «Landsgemeinde». Per alcuni si tratta della culla della democrazia svizzera, per altri di un fossile. Questo tipo di strumento è ancora adeguato ai giorni nostri?

M. D.: Sì, direi persino molto appropriato. In occasione dell’assemblea in piazza, i cittadini glaronesi non hanno soltanto la possibilità di approvare o respingere le proposte del governo o del parlamento, ma possono anche avanzare richieste di modifica.

Nell’ambito della «Landsgemeinde» ha luogo un confronto costruttivo che costituisce un esempio di cultura politica democratica. Ciò si distingue positivamente rispetto alle discussioni politiche che attualmente hanno luogo a livello nazionale.

Sempre nel quadro della «Landsgemeinde», due anni or sono abbiamo deciso di ridurre da venticinque a tre il numero di comuni. In merito a questo tema, che suscita parecchie emozioni, nel novembre del 2007 ha avuto luogo un’assemblea straordinaria in cui è stata chiaramente confermata la riforma delle strutture comunali.

swissinfo: La pubblicazione distribuita alla popolazione in vista della «Landsgemeinde» conta ben 110 pagine. Non si tratta di un impegno eccessivo per i cittadini?

M. D.: Tutte le nostre proposte a livello cantonale confluiscono nella «Landsgemeinde». Di conseguenza, il numero di oggetti da trattare è chiaramente elevato.

A differenza del voto alle urne, in seno alla nostra assemblea si sviluppa un vero e proprio dibattito, che permette alla popolazione di comprendere meglio le questioni e individuarne gli aspetti fondamentali.

swissinfo: Uno dei principi democratici è costituito dalla segretezza del voto, che non può essere garantita in occasione della «Landsgemeinde». Non ritiene si tratti di una violazione?

M. D.: È necessario soppesare diversi elementi. Un aspetto sicuramente problematico è appunto la segretezza del voto, e il fatto che in caso di malattia o assenza non è possibile esprimere la propria opinione.

Agli occhi dei glaronesi, questo svantaggio è però compensato dall’opportunità di confronto aperto e dal fatto di poter proporre adeguamenti agli oggetti in discussione.

swissinfo: Vi sono anche persone che non si fidano a esprimere pubblicamente la propria opinione.

M. D.: Si tratta di un’obiezione che viene spesso sollevata dall’esterno. Verosimilmente, infatti, un sistema come quello della «Landsgemeinde» non potrebbe essere introdotto di punto in bianco in un cantone che non lo pratica. L’assemblea in piazza ha infatti profonde radici storiche, basti pensare che la «Landsgemeinde» esiste dal 1387.

Deve inoltre essere tenuto presente che, essendo la nostra una piccola comunità (circa 38’000 abitanti), le informazioni sulle persone circolano comunque molto facilmente.

swissinfo: Nel canton Glarona, i voti non vengono contati con precisione. Spetta al landamano giudicare chi ha ottenuto la maggioranza. Non si tratta di un compito molto arduo?

M. D.: Infatti non è semplice, soprattutto quando si tratta di votazioni dall’esito risicato. Se il landamano non riesce a definire il risultato in occasione della prima votazione, chiede ai presenti di alzarsi in piedi e mostrare chiaramente le schede colorate per facilitare il conteggio. Inoltre, è fondamentale collaborare con i colleghi di governo durante le procedure di voto.

swissinfo: Sussiste un regolamento da applicare di fronte a una votazione molto serrata?

M. D.: Vi è la regola non scritta in base alla quale il landamano, in caso di dubbio, decide in favore della proposta avanzata dalla popolazione.

swissinfo: L’intero processo non potrebbe essere migliorato con accorgimenti elettronici?

M.D.: Questa discussione ha già avuto luogo alcuni anni fa. Si era quindi deciso di introdurre l’impiego di schede colorate. Attualmente, il governo sta elaborando un progetto concernente la richiesta, avanzata da un cittadino, di ricorrere alle urne in caso di votazioni particolarmente incerte.

Le riforme che sono state effettuate grazie alla «Landsgemeinde» e ai dibattiti non sarebbero però probabilmente realizzabili nel quadro di un altro sistema di voto. Inoltre, non intendiamo assolutamente abolire la nostra assemblea!

swissinfo-Interview, Etienne Strebel
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

La «Landsgemeinde» – letteralmente l’assemblea della comunità – è una delle forme più semplici e più antiche della democrazia diretta svizzera.

Una volta all’anno, tutti gli aventi diritto di voto di un cantone si riuniscono per l’elezione del governo (ad Appenzello interno), per l’approvazione di modifiche costituzionali e legislative, nonché per stabilire l’aliquota fiscale (Appenzello interno e Glarona). Il voto avviene tramite alzata di mano.

Sviluppatasi nel tardo Medioevo, oggi la Landsgemeinde sussiste ancora solo in questi due cantoni. In passato, esisteva anche in diversi altri cantoni, ad esempio a Zugo, Svitto, Uri, Obvaldo, Nidvaldo e Appenzello esterno.

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