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Potete davvero dire liberamente quello che pensate?

Larissa M. Bieler

Care lettrici, cari lettori,

Siete mai preoccupati per la libertà d’espressione, la vostra e quella altrui? Nel contesto delle reti sociali o dei discorsi d’odio, della crescente “autocratizzazione” nel mondo e specialmente ora, con la pandemia di coronavirus, la gente scende in strada per la libertà di espressione appena ne ha l’occasione. Anche in Svizzera. Questo dibattito globale sta tracciando la strada per il futuro. Sono in gioco niente meno che democrazia, diritti umani, emancipazione e educazione. 

Per questa regione, riteniamo che l’argomento meriti la nostra e la vostra attenzione. 

Insieme a voi, vogliamo andare in fondo alla questione della libertà d’espressione e incoraggiare uno scambio di opinioni che superi i confini nazionali. Questa newsletter fornisce una panoramica della serie di articoli che abbiamo pubblicato nel corso degli ultimi tre mesi e che abbiamo nuovamente riunito per voi. 

Continuate la lettura o partecipate subito alla discussione: 

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Dibattito
Moderato da: Renat Kuenzi

La vostra libertà di espressione è in pericolo?

La libertà di espressione è un diritto umano universale. Un diritto però sempre più sotto pressione, anche nelle democrazie consolidate.

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Siamo coscienti del fatto che stiamo inviando questa newsletter dalla Svizzera, in tutta comodità. Nella Confederazione, la libertà d’espressione è un bene protetto dalla legge. Ciononostante, i suoi limiti stanno diventando sempre più vaghi. Anche in altre democrazie ben consolidate la libertà d’espressione subisce forti pressioni.

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La libertà d’espressione sotto stress

Siamo a un bivio fondamentale. Oggi, il 68% della popolazione mondiale in 87 Paesi vive in un regime autocratico. Leggete la nostra analisi curata da Yanina Welp, ricercatrice presso l’Albert Hirschman Centre on Democracy di Ginevra. Nell’articolo, descrive l’inquietante tendenza di declino della democrazia in Paesi industrializzati del G20 come India e Brasile. È sorprendente inoltre notare che la punta di lancia dell’autocratizzazione sia una nazione europea: la Polonia. 

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Secondo Welp, l’ascesa del populismo è un sintomo di spossatezza. Deriva dalle disuguaglianze strutturali di molti Paesi e da un crescente razzismo per cui funge da valvola di sfogo.

Un altro articolo che mette in evidenza le restrizioni alla libertà di espressione in tutto il mondo è il focus del nostro esperto di democrazia Bruno Kaufmann:

Il coronavirus e il dibattito sulla dittatura

In Svizzera, durante la pandemia, il Consiglio federale ha interferito con forza con i diritti fondamentali. La Svizzera è diventata improvvisamente una dittatura? Il nostro specialista di democrazia Renat Kuenzi chiarisce e spiega le origini di questa accusa.

Il Parlamento ha trasferito le misure d’emergenza nella legge ordinaria – con la cosiddetta legge Covid-19. A metà giugno, l’elettorato svizzero ha potuto dire la sua sulla questione. È stato un processo di democrazia diretta sulla politica del coronavirus unico nel suo genere. Il 60% del popolo ha votato a favore della legge.

“In Svizzera, i cittadini prendono ripetutamente decisioni vincolanti sulla libertà d’espressione. È un impegnativo atto di equilibrismo”, scrive Bruno Kaufmann.

Qui di seguito, trovate altri nostri articoli sulla libertà d’espressione

Come si può definire con precisione la libertà di espressione? E dove è attualmente in pericolo?

Non è solo la pandemia di coronavirus a rappresentare una grande sfida per la libertà d’espressione; possiamo citare fake news, odio e discriminazione nel web. Il nostro giornalista Jonas Glatthard ne ha discusso con la ministra della digitalizzazione di Taiwan e le ha chiesto: Audrey Tang, come possono i social media diventare sociali?

La responsabilità di controllare i discorsi inaccettabili dovrebbe essere delle imprese private? E dov’è il confine tra discorsi d’odio e libertà d’espressione? Controllare la libertà d’espressione è diventata un’enorme questione di potere.

Una trentina di organizzazioni non governative mettono in guardia su come i criminali dal colletto bianco stiano tentando di imbavagliare la stampa con attacchi giudiziari che minacciano la libertà di espressione anche in Svizzera, scrive Samuel Jaberg nel suo reportage.

La Svizzera discute da un quarto di secolo sulla libertà d’espressione”, fa notare David Eugster.

Le proteste pro-democrazia hanno raggiunto un picco storico. Nel 2019, per la prima volta in quasi due decenni, ci sono più persone che vivono in un regime autocratico rispetto a quelle che vivono in una democrazia, scrive il politologo svizzero Claude Longchamp.

Inuguaglianza e razzismo stanno alimentando l’ascesa di leader populisti in tutto il mondo. Le divisioni sociali minacciano la democrazia. L’opinione dalla Ginevra internazionale è intitolata: “Disuguaglianze visibili e invisibili“.

Keystone / Vivek Prakash

Fate sentire la vostra voce

La società sta discutendo intensamente sui limiti di cosa può essere detto. Un aspetto positivo: ora si ascoltano anche persone che prima quasi non avevano voce. Mentre la loro libertà di parola è aumentata, altri, al contrario, hanno l’impressione che la loro libertà di espressione sia stata massicciamente ridotta.

Cosa si può dire e cosa no: un tema che, nella pratica, crea sempre più incertezza – e niente è altrettanto strumentalizzabile in politica che questa incertezza. La “libertà di espressione”, così come il “politicamente corretto”, sono da tempo termini della battaglia politica.

Questo non semplifica la discussione, ma divide la società e crea un potenziale di irrilevanza e radicalizzazione.

Restate sintonizzati, fate sentire la vostra voce e partecipate al dibattito. Dopotutto, se un’opinione dominante non può essere messa in discussione, non c’è democrazia.

Larissa M. Bieler

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