Diritto di voto per persone straniere: perché è poco usato
Votare senza passaporto svizzero? È possibile in circa 30 Comuni dei Grigioni. Un diritto che però viene utilizzato raramente.
Fino a che punto le persone straniere possono avere voce in capitolo nella politica svizzera? La questione ha origini lontane: sono passati 175 anni da quando, per primo, il Cantone di Neuchâtel ha introdotto il diritto di voto per gli stranieri a livello comunale.
La Svizzera tedesca sta recuperando terreno
Da allora, questa idea – il diritto di voto per le persone senza passaporto svizzero – si è diffusa. In particolare, nella Svizzera francese è ormai una realtà: le cittadine e i cittadini stranieri possono votare sia a livello cantonale che comunale nei cantoni di Neuchâtel e Giura.
Nella Svizzera tedesca, il diritto di voto per chi non ha un passaporto rossocrociato si applica solo in singoli Comuni, anche se con una tendenza all’aumento. Il Cantone dei Grigioni, in particolare, è considerato una roccaforte del diritto di voto per le persone straniere.
Più di 30 comuni grigionesi hanno introdotto il diritto di voto per gli stranieri e le straniere e la capitale Coira potrebbe presto seguire l’esempio, come ha recentemente confermato il Consiglio comunale.
Le condizioni alle quali la cittadinanza straniera può votare nei Cantoni e nei Comuni varianoCollegamento esterno.
Nel Cantone di Neuchâtel, è necessario risiedere da almeno cinque anni nel Cantone e avere un permesso di soggiorno permanente (a livello comunale basta un anno di residenza). Nel Canton Giura, si può votare se si vive in Svizzera da almeno dieci anni e nel Cantone da almeno un anno.
A Vals, nei Grigioni, le cittadine e i cittadini stranieri con permesso di soggiorno permanente possono votare dopo dieci anni.
In quattro Comuni dell’Appenzello Esterno possono votare le cittadine e i cittadini stranieri che hanno vissuto in Svizzera per dieci anni e nel Cantone per cinque anni.
Ad Arosa, dal 2013 possono esprimersi tutte le persone con permesso di soggiorno C e che vivono nel comune da almeno cinque anni. “Riteniamo che le persone di nazionalità diversa si sentano a casa qui. Possono partecipare alla vita politica del villaggio, il che porta a una maggiore integrazione”, afferma convinta la sindaca Yvonne Altmann.
Un diritto è poco usato
“Le persone si sentono prese sul serio e possono dire la loro se vogliono, ma non sono obbligate a farlo”, spiega Urs Niederegger, impiegato comunale di La Punt Chamues-ch. Anche qui gli stranieri e le straniere hanno il diritto di voto, ma solo pochi lo sfruttano.
Stando a Niederegger, solo quattro-sei dei circa 40 membri della comunità straniera partecipano alle riunioni comunali. Nessuno con il permesso C si è ancora candidato alle elezioni del legislativo comunale.
Analogie con il suffragio femminile
Anche se cittadine e cittadini stranieri possono avere voce in capitolo in politica, sono riluttanti a farlo. L’affluenza alle urne della popolazione straniera è significativamente più bassa di quella di chi ha la nazionalità elvetica, come ha dimostrato lo scorso anno uno studio Collegamento esternodell’Università di Neuchâtel.
Daniel Kübler, professore di scienze politiche all’Università di Zurigo, ritiene che questo sia un fenomeno tipico dell’espansione dei diritti politici: i gruppi storicamente esclusi da tali diritti devono prima imparare a identificarsi con essi.
Kübler fa un parallelo con l’introduzione del suffragio femminile: le donne cresciute prima della sua introduzione hanno avuto la tendenza a votare meno per molto tempo. “Molte donne non sono state socializzate politicamente in modo tale da poter votare”, e questo si riflette ancora oggi sull’affluenza alle urne.
“Le donne che avevano già 20 anni prima del 1971 hanno molte meno probabilità di esercitare il loro diritto di voto e di candidarsi alle elezioni a livello nazionale”. La situazione è simile per le donne e le persone straniere: “È un effetto a lungo termine che ha a che fare con la socializzazione politica”, spiega Kübler.
Il politologo sottolinea che “democrazia significa poter dire la propria sulle cose che ci riguardano”. E quando si tratta di avere voce in capitolo in una comunità, il diritto di voto è estremamente importante.
Tradotto con l’aiuto di Deepl/Zz
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