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Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

Ogni anno le persone che vivono nella Confederazione
compiono circa  12 milioni di viaggi all’estero, secondo i dati dell’amministrazione federale. Ogni tanto, però, vanno dove non si dovrebbe, perlomeno secondo il DFAE, che oggi ha invitato i
viaggiatori più temerari ad assumersi le proprie responsabilità.

Parleremo poi di UNRWA, di esposizioni nazionali e dei pensionati svizzeri che, secondo uno studio, sarebbero i più felici d’Europa.

Saluti da Berna!

Persone attorno a un tavolo
Foto scattata durante la conferenza stampa della Direzione consolare del Dipartimento federale degli affari esteri. Keystone / Christian Beutler

Di norma, viaggiatrici e viaggiatori svizzeri sono ben preparati, ma sempre più persone si recano nelle regioni in crisi. Una situazione che non piace alla Direzione consolare del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) che oggi ha preso posizione in merito, invitando ad evitare di recarsi nella lista dei Paesi non consigliati dal DFAE.

L’ambasciatore Serge Bavaud, responsabile del Centro di gestione delle crisi del DFAE, ha precisato che sono attualmente 24 i Paesi nella lista. Vi troviamo ad esempio la Siria, la Corea del Nord e l’Afghanistan, dove il DFAE può fornire solo un’assistenza limitata, o addirittura nulla in certe situazioni.

È dall’inizio del millennio che Berna elabora consigli di viaggio per 176 Paesi. “Negli ultimi anni viaggiare non è certo diventato più sicuro“, ha proseguito la direttrice della Direzione consolare, Marianne Jenni, appellandosi ai turisti affinché si assumano le proprie responsabilità.

Le rappresentanze svizzere all’estero sono pronte ad aiutare, ha da parte sua rammentato Yvonne Rohner, responsabile della divisione Protezione consolare. “Ma non siamo un’assicurazione per il rimpatrio e non sostituiamo il buon senso. Non esiste un diritto legale alla protezione consolare.

Lazzarini
Philippe Lazzarini, capo dell’UNRWA, in una conferenza stampa a Berlino lunedì. EPA/HANNIBAL HANSCHKE

Philippe Lazzarini, capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA), si sta arrendendo? È la domanda che si pone oggi la Neue Zürcher Zeitung (NZZ ) in un articolo molto critico nei confronti dello svizzero.

La NZZ scrive che Lazzarini è un professionista modello quando si tratta di vendere le proprie attività come indispensabili. Ma, “per raggiungere il suo obiettivo, uno Stato palestinese, corre ovviamente il rischio di ignorare tutto ciò che è negativo”, si legge.

In una conferenza stampa tenutasi lunedì a Berlino, Lazzarini ha criticato tutti gli attori, tranne l’UNRWA, per non aver rispettato i principi umanitari. “Le nostre squadre sono un modello di ciò che il lavoro umanitario è e dovrebbe essere”, ha dichiarato. Ha poi descritto la situazione a Gaza come un “orrore distopico” e ha condannato il meccanismo di aiuti recentemente introdotto come un “abominio che umilia e degrada persone disperate”.

Lazzarini ha aggiunto che esiste una “possibilità molto concreta che l’agenzia imploda di fronte ad avversità straordinarie”: una dichiarazione che la NZZ ha interpretato come un’aperta considerazione dello scioglimento dell’UNRWA.

Cubo di morat a Expo 02
L’ultima edizione, Expo.02, è costata alla Confederazione circa 1 miliardo di franchi. KEYSTONE/Gaetan Bally

La Confederazione non cofinanzierà la prossima esposizione nazionale, ha deciso il Consiglio federale, adducendo vincoli finanziari e altre priorità politiche.

L’esposizione nazionale si tiene ogni 25 anni circa e ha l’obiettivo di offrire un’istantanea delle tendenze culturali, politiche ed economiche in atto in Svizzera. I diversi progetti in gestazione dovranno però attendere: il  Governo ha infatti sottolineato   il sostegno della Confederazione a un evento di grandi dimensioni come un’esposizione nazionale sarebbe incompatibile con gli sforzi in corso per consolidare la spesa pubblica.

La prima esposizione nazionale si è svolta nel 1883 a Zurigo, incentrata sul ruolo dell’istruzione nel guidare la crescita economica. L’ultima edizione, Expo.02, è costata alle casse dello Stato federale  circa 1 miliardo di franchi.

Anche se non fornirà un cofinanziamento immediato, il Consiglio federale ha dichiarato di sostenere l’idea di una futura esposizione e di accogliere le iniziative in corso. Verrà redatta una legge speciale per definire il quadro giuridico per la revisione e la selezione dei progetti, insieme alle potenziali condizioni per il sostegno federale. In attesa di un’altra esposizione nazionale, da qui al 2040 sono comunque in programma altri eventi, anch’essi volti a promuovere la coesione nazionale, ha sottolineato il Governo.

Anziani seduti su una panchina
Come passano il tempo i pensionati svizzeri? È interessante notare che sono più quelli che evitano del tutto i social media (39%) che quelli che li usano quotidianamente (30%). Fonte KEYSTONE/Christof Schuerpf

Secondo un nuovo studio, i pensionati più felici d’Europa vivono in Svizzera. L’indagine, condotta dall’istituto di ricerche di mercato YouGov per conto della compagnia di assicurazioni sulla vita Swiss Life, ha rilevato che l’80% dei residenti svizzeri di età compresa tra i 65 e gli 80 anni è molto soddisfatto della propria vita.

Lo studio non ha rilevato differenze significative nella soddisfazione di vita tra uomini e donne, o tra pensionati con e senza figli o nipoti. Tuttavia, il reddito e la salute hanno un ruolo fondamentale.

Meno di un terzo delle persone tra i 65 e i 74 anni ha dichiarato di soffrire di solitudine, anche solo occasionalmente. Circa il 60% delle persone di età compresa tra i 65 e gli 80 anni ha dei nipoti e quasi due terzi di questi si occupa di loro almeno una volta al mese.

Come passano il tempo i pensionati svizzeri? I passatempi più popolari sono la lettura (77%) e la televisione (76%). È interessante notare che sono più quelli che evitano del tutto i social media (39%) che quelli che li usano quotidianamente (30%).

Tradotto con il supporto dell’IA/Zz

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

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