Russia nega spionaggio G20, imbarazzo e silenzio Ue
(Keystone-ATS) Il ‘datagate’ potrebbe allargarsi alla Russia, ma Mosca non ci sta a passare per il nuovo cattivo che spia i potenti come e quanto gli Usa, e respinge al mittente quanto riportato oggi su alcuni quotidiani italiani: non c’è stato alcun tentativo di spiare i leader al G20 di San Pietroburgo attraverso ‘gadget spia’, è solo un “chiaro tentativo di sviare l’attenzione” dalle responsabilità degli Usa, fa sapere il Cremlino.
Intanto le istituzioni europee si trincerano dietro un imbarazzato silenzio: la fuga di notizie venuta da Roma chiama in causa il presidente del Consiglio Ue in persona, Herman van Rompuy, che sarebbe stato il primo ad avere dubbi sui ‘regali’ russi (una chiavetta usb e un cavo per pc) ai leader al G20 e li avrebbe fatti analizzare dai servizi tedeschi, che avrebbero confermato i suoi sospetti. Ma dall’ufficio del presidente Ue arriva solo un secco ‘no comment’.
Un fronte russo nel ‘datagate’, per ora, per l’Unione europea non esiste: le strutture europee sono “coscienti dei rischi esistenti” ma su questioni specifiche non intendono fare alcun commento, fanno sapere fonti del Consiglio. E la Commissione Ue promette verifiche ma poi lascia cadere gli approfondimenti perché non spettano all’eurogoverno, ma a chi presiede il G20 per l’Europa, cioè a Van Rompuy, spiegano le fonti.
Da parte sua Mosca, che nell’affaire ‘datagate’ finora è stata dalla parte dei ‘buoni’ dando asilo alla talpa Edward Snowden, ha le idee molto chiare sulle nuove rivelazioni che sembrano aprire un altro fronte nello scandalo intercettazioni: “Un chiaro tentativo di sviare l’attenzione da un problema realmente esistente, l’attività di spionaggio Usa oggetto di discussione ora tra le capitali europee e Washington”, ha detto Dmitri Peskov, portavoce di Putin, commentando quanto comparso sulla stampa italiana.