Centoundici scienziati dell’Università del Bosforo a Istanbul chiedono al governo turco di rinunciare alla costruzione della diga di Ilisu.
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Il progetto della diga nel sud-est dell’Anatolia è osteggiato da più parti poiché costringerebbe 50’000 persone ad abbandonare la loro casa e verrebbero sommersi alcuni tesori archeologici, come la storica cittadella di Hasankeyf. Gli scienziati turchi sono ritornati alla carica, inoltrando una lettera alle autorità turche e di cui ha riferito venerdì il quotidiano Radikal.
Lo scorso luglio, Svizzera, Germania e Austria avevano annunciato la loro decisione di ritirarsi dal progetto poiché non erano state soddisfatte le richieste riguardanti la protezione dell’ambiente, dei beni culturali e della popolazione locale.
Ankara non si è però lasciata dissuadere e ha trovato altrove i finanziamenti necessari per realizzare il progetto il cui costo è preventivato a 1,5 miliardi di franchi. Alto 135 metri e lungo 1’820, lo sbarramento idrico da realizzare sul fiume Tigri dovrebbe disporre di una capacità di 10’400 miliardi di metri cubi d’acqua.
Nelle intenzioni delle autorità turche, l’opera permetterà la creazione di 3,8 milioni di posti di lavoro in una regione fortemente depressa, nel settore della costruzione e dei servizi, ma anche del turismo e della pesca.
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