Costa oltre 4 miliardi di franchi all’anno lo stress sul posto di lavoro

Secondo uno studio presentato martedì dal Segretariato di Stato dell'economia, più di un quarto della popolazione soffre di disturbi provocati da stress professionale. Il fenomeno si è fortemente ampliato negli ultimi 15 anni.
Al giorno d’oggi la parola stress è ormai sulla bocca di tutti, tanto che rischia di essere considerata quasi una moda dichiararsi stressati. Per il Segretariato di Stato dell’economia (Seco) si tratta invece di un problema serio: lo ha quindi preso attentamente in esame tramite un’indagine condotta su un campione di circa 900 persone nella Svizzera tedesca e francese.
Lo stress e i disturbi legati allo stress rappresenterebbero un fenomeno sempre più frequente tra la popolazione attiva elvetica. I costi direttamente imputabili allo stress ammonterebbero secondo lo studio a circa 4,2 miliardi di franchi, sotto forma di salari versati durante l’assenza dal posto di lavoro, di perdite nella produzione, di cure mediche e di automedicazioni. Ciò rappresenterebbe circa il 2,3 percento del PIL.
L’inchiesta, condotta nel 1998/99, rivela che oltre un quarto degli interrogati si sentono spesso o molto spesso stressati (26,6 percento). In generale, la stragrande maggioranza delle persone che lavorano si dichiarano stressate (82,6 percento). La maggior parte ritiene comunque di saper fronteggiare il problema e non si lamenta di particolari problemi di salute.
Diversa è invece la situazione per il 12,2 percento degli intervistati, un minoranza molto vulnerabile che si considera costretta a ricorrere a cure mediche ed a ridurre le attività personali o professionali a causa dello stress. Le eccessive sollecitazioni sul posto di lavoro provocano problemi di natura sia fisica che psicologica. L’incapacità di definire con precisione gli effetti e la portata dello stress getta qualche ombra sulle possibilità di misurarne le conseguenze finanziarie ed impedisce seri paragoni a livello internazionale.
In base ai dati presentati dallo studio, anche nell’Unione europea lo stress risulterebbe oggi in seconda posizione, dopo il più classico mal di schiena, tra i problemi di salute legati al lavoro. Il confronto tra i recenti dati del Seco e un’inchiesta condotta in Svizzera nel 1984 dimostrerebbe in ogni caso che, nell’arco di 15 anni, i problemi di salute derivanti dall’attività lavorativa sono cambiati di natura e si sono amplificati.
Il peggioramento delle condizioni di lavoro, la serie di ristrutturazioni e l’accresciuta competitività delle economie, la necessità di assimilare continuamente e sempre più rapidamente nuove conoscenze sono tutti fattori che pesano in questa evoluzione, ha spiegato Alain Kiener, capo dell’Ufficio lavoro e salute del Seco.
D’altra parte, ha aggiunto, con l’indiscutibile miglioramento delle condizioni di salute nel suo complesso è aumentata nelle persone la richiesta e l’esigenza di essere in piena forma. La domanda all’origine dell’indagine sembra tutto sommato avere ricevuto soltanto una parziale risposta: stress, fenomeno di moda o vero problema?
Luca Hoderas

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