Serbia: Vucic con Xi Jinping, si rafforza l’asse con la Cina
(Keystone-ATS) Il presidente serbo Aleksandar Vucic si è detto molto soddisfatto del colloquio avuto a Pechino con il capo di stato cinese Xi Jinping, con il quale ha concordato un ulteriore rafforzamento delle già solide relazioni economiche e commerciali con il colosso asiatico.
Vucic è stato tra i pochi leader internazionali ad assistere ieri alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali, alle quali era presente tra gli altri il presidente russo Vladimir Putin. Citato dai media a Belgrado, Vucic ha detto che nell’incontro durato mezz’ora, dieci minuti più del previsto, si è parlato di un accordo di libero scambio fra Serbia e Cina che dovrebbe essere finalizzato entro quest’anno e che avrebbe un enorme beneficio per l’economia e l’export serbo, in particolare nel settore agricolo. Sono previsti nuovi investimenti cinesi nel Paese balcanico e l’istituzione di un collegamento aereo diretto fra Belgrado, Pechino e Shanghai, a beneficio di export e turismo.
Ieri Vucic aveva detto che la Cina, sopravanzando l’Italia, è ormai il secondo partner economico e commerciale della Serbia con un interscambio di 5,3 miliardi di dollari, seconda solo alla Germania che registra 7,6 miliardi di dollari. Xi Jinping, ha osservato Vucic, ha ribadito l’appoggio a Belgrado sulla questione del Kosovo, contro l’indipendenza di Pristina e a sostegno dell’integrità territoriale della Serbia, e ha promesso di effettuare una nuova visita a Belgrado, dopo quella del 2016.
Un appoggio questo, unito a quello della Russia, che per Belgrado è fondamentale dal momento che si tratta di due grandi Paesi entrambi membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’Onu, che hanno il diritto di veto. Non una parola nel colloquio con Xi Jinping è stata detta sul problema della democrazia e della violazione dei diritti umani in Cina, alla base del boicottaggio quasi generalizzato dell’Occidente alla cerimonia inaugurale dei Giochi. Un tema questo, che riguarda anche lo stretto alleato russo, che la dirigenza di Belgrado non potrà continuare a ignorare nel prosieguo del suo percorso di integrazione nella Ue.