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Settimana di quattro giorni? Impresa bernese prova, ma poi rinuncia

Per molte piccole aziende è sempre più arduo trovare il necessario personale. Nella foto: Wabern bei Bern. KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Introdurre la settimana di quattro giorni lavorativi quale modo, per una piccola azienda, di attirare potenziali dipendenti, in un contesto di penuria di personale?

È stata l’idea di un’impresa di pittura di Wabern (BE), che dopo una fase di prova ha però abbandonato il progetto ed è tornata ai cinque giornali tradizionali.

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La ditta – riferisce oggi il portale Infosperber, che riprende un articolo della testata locale bernese Hauptstadt – appartiene a Simon Joerin e si chiama Simu dr Maler (niente a che fare con un dottore: si intende “Simon der Maler”, cioè Simone il pittore). Quest’anno si è trovato a dover rimpiazzare tre lavoratori su 18 e la ricerca si è rivelata difficile.

Per distinguersi dai concorrenti ha pensato a uno “Zückerli”, uno zuccherino, come da lui chiamato: i quattro giorni lavorativi, appunto. Concretamente, questo significa che i dipendenti sono rimasti impiegati 38 ore invece di 40. Le giornate sono però diventate più lunghe, dalle 7.30 del mattino alle 18.00 di sera: prima terminavano alle 17.00. Joerin ha formato due squadre, una che aveva libero il mercoledì, l’altra il venerdì. Il salario è rimasto lo stesso.

Dopo tre mesi di prova l’imprenditore si è però riunito con il personale e dopo una discussione insieme è stato deciso di non continuare sulla stessa strada. “Per i dipendenti che devono affrontare lunghi spostamenti l’orario di chiusura tardivo era molto scomodo”, spiega a Hauptstadt il responsabile dell’azienda. Ne risentiva anche lo scambio sociale all’interno del personale, perché tutti tornavano subito a casa dopo il lavoro. E poiché le giornate lavorative si protraevano comunque fino alle 18.00, gli straordinari venivano conteggiati molto raramente, un aspetto negativo per il il conto vacanze: con il vecchio sistema i dipendenti potevano accumulare così tante ore di straordinario da permettersi un paio di settimane di ferie in più.

Inoltre gli apprendisti non potevano partecipare al modello dei quattro giorni a causa della loro frequenza alla scuola professionale e quindi dovevano lasciare il lavoro prima degli altri dipendenti. “Questo non era giusto per loro”, dice Joerin.

L’imprenditore avrebbe voluto continuare con il modello a quattro giorni. “Le prestazioni lavorative non lasciavano nulla a desiderare”, afferma. Ma insieme alle maestranze è stato deciso altrimenti. Anche se per il momento ha abbandonato il suo progetto, l’imbianchino sta già pensando ad altri programmi di incentivazione per i dipendenti: al momento non vuole però ancora rivelare nulla in proposito.

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