L’Euro a Berna: in attesa di un nuovo miracolo

Mezzo secolo dopo aver ospitato una finale "miracolosa" dei campionati del mondo, Berna si prepara ad accogliere di nuovo la grande festa del calcio. La capitale svizzera punta sul proprio fascino medievale per sedurre i numerosi ospiti stranieri.
“Bern wirkt Wunder”, ossia “Berna fa dei miracoli”: così la capitale svizzera ha deciso di vendere la propria immagine in occasione dei campionati europei di calcio. Uno slogan che risuona un tantino pretenzioso. Ma, a Berna, un evento miracoloso si sarebbe già prodotto, almeno per chi non vuol credere che la palla è rotonda e che, quindi, tutto può succedere nel calcio.
Il 4 luglio 1954, durante la finale dei campionati del mondo disputata al vecchio stadio del Wankdorf di Berna, la selezione tedesca riuscì a rimontare una partita che sembra ormai persa e ad imporsi contro l’invincibile squadra ungherese, imbattuta per ben 4 anni prima di quei mondiali. Questa impresa, rimasta nell’immaginario collettivo tedesco come il “Miracolo di Berna”, contribuì non poco, in Germania, a rinfrancare lo spirito e la fiducia di un popolo, che stentava a superare la depressione del Dopoguerra.
Oggi, nonostante lo slogan scelto, la città e il cantone di Berna hanno preferito non fare affidamento sui miracoli per garantire il successo dell’Euro 2008. Tutto è stato preparato minuziosamente per celebrare senza intoppi l’importante evento sportivo e ricreare la magica atmosfera della grande festa del calcio.
Ottime prospettive finanziarie
Le autorità cittadine e quelle cantonali hanno stanziato, assieme, circa 11 milioni di franchi per organizzare i campionati europei e accogliere decine di migliaia di tifosi. Tra le spese principali figurano i salari del personale, il management degli ospiti, le misure di sicurezza, la sorveglianza di edifici e parchi pubblici, il potenziamento delle capacità dei trasporti pubblici, il programma di accompagnamento, la creazione di zone riservate ai tifosi, il marketing, la comunicazione e via dicendo.
Dal profilo finanziario, i responsabili di Euro 2008 a Berna sono già ora più che fiduciosi. “Sono convinto che questi soldi basteranno e che potremo addirittura chiudere i conti con un bilancio positivo. Possiamo infatti approfittare di entrate che non avevamo nemmeno preventivato, come la locazione delle zone speciali per i tifosi, le tasse per le aziende che pubblicizzano i loro prodotti o le concessioni per gli stand di vendita di cibo e bevande”, dichiara Charles Pfister, responsabile delle finanze della città di Berna.
“Senza dimenticare le ricadute dirette o indirette per l’immagine della città e del cantone. Il sorteggio ci ha riservato un gruppo “bomba”: Olanda, Francia, Italia e Romania sono squadre estremamente attrattive. Le loro partite avranno una risonanza mondiale”.
Nessun investimento in più
Città e cantone non hanno neppure dovuto realizzare investimenti supplementari per assicurare l’infrastruttura necessaria. “Rispetto a dei Giochi olimpici, che richiedono la creazione di numerosi impianti sportivi, per i campionati europei basta uno stadio di calcio”, ricorda Marcel Brülhart, responsabile del progetto Euro 2008 a Berna.
Il nuovo Stade de Suisse/Wankdorf, inaugurato nel 2005, era stato finanziato interamente da investitori privati. Grandi lavori, come il rinnovamento della stazione ferroviaria di Berna, erano già stati pianificati prima ancora che Euro 2008 venisse attribuito a Svizzera e Austria.
“Dopo aver perso un anno in seguito ad un ricorso, abbiamo solo fatto il possibile per concludere questi lavori prima dell’inizio dei campionati europei”, spiega Charles Pfister. “L’unico intervento delle autorità cittadine è stato quello di imporre, per tutta la fase dei campionati, una moratoria all’apertura di nuovi cantiere nel centro di Berna, per evitare di abbruttire l’immagine della città”.
Fascino medievale
Per promuovere la sua immagine, Berna non necessitava d’altronde di nuove costruzioni. Il centro storico è iscritto dal 1983 nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, in cui figurano “beni culturali e naturali con un valore universale eccezionale, che va protetto a beneficio di tutta l’umanità”.
“Vogliamo soltanto lasciar fluire il fascino medievale di Berna negli occhi di tutti coloro che verranno fin qui o che potranno conoscere la nostra città attraverso i media”, dichiara Marcel Brülhart. Il responsabile del progetto Euro di Berna punta ora sull’ospitalità e la cordialità della popolazione per sedurre i numerosi ospiti stranieri.
In occasione di ognuna delle partite una marea di 100’000 a 150’000 persone dovrebbe abbattersi sul centro città, dove saranno istallati dei megaschermi. Gli organizzatori prevedono che, solo dall’Olanda, oltre 50’000 tifosi verranno a Berna per seguire gli incontri della squadra arancione. Il nuovo miracolo di Berna sarà forse questo: riuscire ad accogliere tutti questi ospiti con il sorriso.
swisssinfo, Armando Mombelli
Fondata nel 1191 dalla famiglia aristocratica dei Zähringen, Berna ha aderito nel 1353 alla Confederazione elvetica (a quei tempi Confederazione degli otto cantoni).
Nel 1848, con la nascita dello Stato moderno, Berna è diventata la capitale della Svizzera.
Nel 1983 il centro medievale di Berna è stato inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.
Con circa 130’000 abitanti, oggi Berna è la quarta città più popolata della Svizzera, dietro a Zurigo, Ginevra e Basilea.
Tre partite del gruppo C dei campionati europei sono in programma allo Stade de Suisse/Wankdorf di Berna (capienza 32’000 spettatori):
Olanda – Italia (lunedì 9 giugno, 20.45)
Olanda – Francia (venerdì 13 giugno, 20.45)
Olanda – Romania (martedì 17 giugno, 20.45)
Gli incontri saranno diffusi su megaschermi situati sulla Piazza federale e sulla Waisenhausplatz. I tifosi saranno accolti nella parte alta del centro storico (tra la stazione ferroviaria e la Zytglogge).

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.