Nella fabbrica dei sogni dei futuri creatori di tessuti
L’Università di Lucerna è l’unico ateneo svizzero che propone una formazione destinata a chi vuole fare del design tessile il suo mestiere. Swissinfo.ch è andata a fare visita alle future giovani leve della moda.
I tavoli e i pavimenti sono ricoperti di schizzi, fotografie, brandelli di tessuto, fili attorcigliati e scarti vari di difficile identificazione.
«Deve essere un processo divertente; quando proponete una nuova collezione dovete provare gioia. Aggiungere qualcosa, togliere qualcos’altro: è questo il processo creativo», dice Isabel Rosa Müggler ai suoi studenti, alcuni dei quali aggrottano le sopracciglia alla ricerca di nuove idee per dei tessuti.
Questa docente dispensa corsi agli allievi che frequentano gli ultimi due anni del programma di bachelor di design tessile presso l’Università di Lucerna, l’unica a proporre una simile formazione in Svizzera.
La città della Svizzera centrale si trova ad un’ora di auto dal glamour degli Zurich Fashion Days, che si svolgono in novembre. Il giorno in cui swissinfo.ch si è recato a Lucerna, i futuri designer erano riuniti per una sessione sulla creazione di collezioni.
Ognuno di loro ha trascorso un paio di settimane per preparare innumerevoli schizzi basandosi su oggetti della vita quotidiana, come una tazza di tè o un appendiabiti. Carmen Boog ha dal canto suo optato per la manopola di un manubrio di bicicletta.
«All’inizio non sapevo bene cosa fosse, ma avevo qualche idea su cosa farne», ricorda Carmen Boog, che ha iniziato ad usare la manopola come timbro ad inchiostro. In seguito ha steso l’inchiostro, tracciando delle linee attraverso lo spesso cerchio nero e disegnando dei delicati schizzi di fiori, inclusa una versione in un vivace arancione.
«La difficoltà di questo progetto risiedeva nel fatto che non era possibile tornare indietro, utilizzando un elemento precedente, ma si poteva solo andare in avanti, basandosi sull’ultimo disegno fatto», osserva la studentessa, che alla fine dell’esercizio si è ritrovata con più di 100 creazioni.
In seguito ne ha dovuto selezionare solo una minima parte, per creare due potenziali collezioni di concetti tessili. Dopodiché, con un occhio critico ognuno ha fatto lo stesso con il lavoro dei compagni di classe. Alla fine gli studenti hanno creato delle combinazioni mescolando il loro lavoro a quello dei colleghi.
Un linguaggio per ogni tecnica
La teoria rappresenta solo una parte dei corsi. «Per noi è importante creare qualcosa. Impariamo facendo», spiega Tina Moor, responsabile del programma di progettazione tessile. Oltre a tessere, gli studenti imparano il ricamo, il disegno stampato e varie tecniche di lavoro a maglia.
«Vi è un linguaggio per ogni tecnica. Non produrranno loro stessi dei tessili, ma avranno le competenze necessarie per parlare coi tecnici che li producono», aggiunge.
In fondo al corridoio dove si trova l’ufficio di Tina Moor, due studenti del primo anno trascorrono la loro pausa pranzo cercando di capire il funzionamento di una macchina per maglieria, dalla quale partono fili in tutte le direzioni.
«È da due giorni che uso questa macchina. Vi è molto da imparare, ma non è impossibile», ci dice Marta Alfaro. «In questo momento stiamo combinando due colori per creare una trama jacquard».
La sua compagna di classe, Carmina Ibanez, ha scelto il rosso e il verde, poiché voleva utilizzare i colori della bandiera messicana, dice ridendo. «Assieme non sono i miei colori preferiti, ma quando si comincia non è la cosa principale. È importante soprattutto imparare la tecnica», spiega.
Pluridisciplinarità
Per allargare i loro orizzonti, gli studenti di design tessile sono a volte chiamati a collaborare con altri istituti dell’Università di Lucerna.
Gli studenti al secondo anno stanno ad esempio cooperando con il museo di storia locale e con una scuola d’architettura. Per questo progetto, incentrato sul tema innovazione e tradizione, l’idea è di far rivivere le tradizioni artigianali di Lucerna cadute nell’oblio.
Cornelia Stahl ha scelto di focalizzarsi sulle corporazioni. «Per prima cosa ho fatto una lista di ciò che mi interessava e ho individuato le immagini che mi ispiravano. Poi ho cercato i materiali, i motivi, le strutture e il tipo d’artigianato che potevano funzionare con il tema. In seguito ho scelto i colori», spiega la giovane, mostrandoci l’atelier dove lavora.
A ogni studente è assegnato uno spazio di lavoro dove può immaginare nuovi tessili. Ogni classe ha tra 16 e 18 studenti. La maggior parte sono donne.
Cornelia Stahl apprezza soprattutto il grande ventaglio di possibilità che si apre grazie a questa formazione. «Mi sono sempre interessata ai tessuti. Questo è un settore che non si limita a un solo campo, ma che spazia dalla moda al design d’interni. È questo ciò che mi piace».
Prospettive future
Per i giovani talenti anche in Svizzera vi sono opportunità lavorative, afferma Nathalie Riggenbach, portavoce della Federazione tessile svizzera.
«Abbiamo alcune società importanti, come la Schoeller Textile o la Creation Baumann, molto forti nell’innovazione. Hanno sempre bisogno di giovani designer. Sia la nostra federazione che le aziende si stanno impegnando molto per favorire l’emergere di nuove leve», afferma Nathalie Riggenbach.
All’estero il mercato è però più interessante, osserva Annina Weber, laureatasi a Lucerna nel 2007. «In Svizzera vi è poca scelta. Io ho fatto un tirocinio ad Anversa, in Belgio, con Christian Wijnants, vincitore dello Swiss Textiles Award nel 2005», spiega Weber, che oggi lavora come designer tessile per una ditta di San Gallo e per il Museo svizzero del tessile, che si trova nella stessa città.
Alcuni studenti dell’Università di Lucerna si sono orientati al tessile dopo aver seguito un’altra formazione. Annina Frey, studentessa al terzo anno, ha ad esempio studiato come sarta per abiti da donna prima di intraprendere questi nuovi studi.
«Ho sempre voluto lavorare con gli abiti e i tessuti, ma la sartoria lascia poco spazio. Qui si può essere molto più creativi», sottolinea Annina Frey.
E la creatività è la cosa più importante, ribadisce Tina Moor. «Bisogna sempre avere delle idee» e fino a quando ci si riesce «è il più bel lavoro del mondo».
Le giornate della moda di Zurigo si svolgono dal 7 al 10 novembre 2012.
Tra gli stilisti che presenteranno le loro creazioni a Zurigo, da menzionare Barbara Bui, Charlotte Ronson o Angelos Bratis.
Nel 2011 il rallentamento delle esportazioni dell’industria tessile e dell’abbigliamento svizzera è stato un po’ meno accentuato rispetto agli anni precedenti. Tuttavia l’export è calato del 5,2%, attestandosi a 2,99 miliardi di franchi. Le importazioni sono dal canto loro diminuite dell’1,1% a 7,59 miliardi.
Questo settore dà lavoro a circa 15’000 persone, stando alla Federazione tessile svizzera.
(traduzione di Daniele Mariani)
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