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SZ: uccide e brucia la madre pensando fosse una strega, internato

Non prigione ma terapia stazionaria: è la pena decisa dal Tribunale penale di Svitto per un 19enne affetto da schizofrenia che nell'ottobre del 2018 a Brunnen (foto) ha accoltellato e poi bruciarlo la madre, credendo che fosse una strega. KEYSTONE/STR sda-ats

(Keystone-ATS) Non prigione ma terapia stazionaria: è la pena decisa oggi dal Tribunale penale di Svitto per un 19enne affetto da schizofrenia che nell’ottobre del 2018 a Brunnen ha accoltellato a morte e poi bruciarlo la madre, di 56 anni, credendo che fosse una strega.

La corte ha così seguito le richieste del pubblico ministero e della difesa, che si sono espressi a favore dell’incapacità e scemata imputabilità.

L’accusato, in clinica già da aprile, ha detto in aula che sarebbe disposto a iniziare una terapia ambulatoriale. Risponde bene ai farmaci e intende prenderli per il resto della sua vita.

La giudice ha ammesso che il giovane è sulla buona via, ma che il trattamento è tutt’altro che finito. Quindi, per il momento, un ambiente chiuso, come richiesto dalla procura, è l’unica soluzione. A seconda del corso della terapia, spetterà poi alle autorità di esecuzione delle pene decidere in merito.

Il fatto di sangue è successo quando la mare era tornata a casa per il pranzo. Il giovane ha preso un coltello e l’ha inseguita. Una vola raggiunta, l’ha presa a calci in testa dieci volte e l’ha pugnalata almeno quattro volte. Poi l’ha lasciata morire dissanguata in cucina. In seguito ha bruciato il corpo nel camino di un capanno in giardino.

La polizia, chiamata poiché la donna non si presentava più al lavoro, ha trovato il giovane sul luogo del delitto. Ha detto che sua madre era scomparsa. Quando gli agenti hanno scoperto un focolare nel casotto in giardino e i contorni di una persona nel camino, il ragazzo si è dato alla fuga, ma è stato catturato poco dopo.

Durante gli interrogatori, ha detto di aver capito quattro giorni prima di agire che sua madre era una strega. Ha sentito un suono di migliaia di pezzi di vetro infranti senza che nulla si fosse rotto e lo ha interpretato come un “cattivo presagio per tutta la popolazione”. Non ha pianificato l’azione, ma ha lasciato che accadesse: “Si è arresa e io l’ho liberata”.

Secondo alcuni testimoni, la sua malattia è comparsa pochi mesi prima dell’omicidio dopo un incidente in bicicletta in cui si è ferito alla testa. Da allora era diventato imprevedibile e aveva già usato violenza nei confronti della madre.

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