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Esce il 14.3 "Tutto parla di te", della regista italo-svizzera Alina Marazzi

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 gennaio 2013 - 10:45
(Keystone-ATS)

Uscirà nelle sale italiane giovedì 14 marzo, distribuito da Bim, il film "Tutto parla di te" della regista italo-svizzera Alina Marazzi, in corsa per il "Prix de Soleure" alle 48esime Giornate cinematografiche di Soletta, e interpretato da Charlotte Rampling, Elena Radonicich, Valerio Binasco, Maria Grazia Mandruzzato. La pellicola, nata su ideazione e sceneggiatura della Marazzi e Dario Zonta con la collaborazione di Daniela Persico, è una coproduzione italo-svizzera tra Mir Cinematografica - Ventura Film con RAI Cinema, RSI - Radiotelevisione Svizzera.

La pellicola, che ha vinto al Cinemaxxi 2012 il premio Tao Due "La camera d'oro 2012" per il miglior regista esordiente e il miglior produttore, racconta la storia di Pauline (Charlotte Rampling) che torna a Torino - sua città natale - per la prima volta dopo molti anni e riprende contatto con Angela (Maria Grazia Mandruzzato), conosciuta all'estero tempo prima, e che ora dirige un Centro per la maternità.

Qui Pauline intraprende una ricerca sulle esperienze e i problemi delle mamme di oggi, a partire da testimonianze, video, fotografie raccolti da Angela. Tra le mamme che frequentano il Centro c'è Emma (Elena Radonicich), una giovane danzatrice, bella e sfuggente, in crisi profonda: non sa come affrontare le responsabilità cui la maternità la costringe, vede la sua vita a un punto fermo, si sente sola e incapace. Tra le due donne si sviluppa un rapporto di complicità che in un gioco di rispecchiamento porterà Pauline a fare i conti con il proprio tragico passato e permetterà a Emma di ritrovare un senso di sè anche nella sua nuova identità di madre.

Alina Marazzi si è distinta come regista di documentari televisivi a carattere sociale. Si è segnalata all'attenzione del pubblico internazionale con il film documentario "Un'ora sola ti vorrei", ritratto della madre scomparsa prematuramente, di cui è ricostruita l'esistenza attraverso un montaggio dei filmati di famiglia girati nell'arco di un cinquantennio dal nonno paterno Ulrico Hoepli e le stesse parole della donna, arrivate tra le mani della figlia sotto forma di diario. Presentato al Festival di Locarno in Concorso video, il film ha ricevuto la menzione speciale della Giuria, e in seguito il premio per il miglior documentario al Festival di Torino.

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