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Italia: sequestrate 500 opere Francis Bacon ritenute false

Cinquecento quadri e disegni attribuiti all'artista irlandese Francis Bacon e ritenuti contraffatti sono stati sequestrati dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna. KEYSTONE/EPA/HO sda-ats

(Keystone-ATS) Cinquecento quadri e disegni attribuiti all’artista irlandese Francis Bacon e ritenuti contraffatti sono stati sequestrati dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna.

Il provvedimento, eseguito in coordinamento con il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Bologna, si aggiunge al sequestro preventivo finalizzato alla confisca di denaro, beni e altre utilità per oltre tre milioni di euro.

Le misure hanno raggiunto 5 dei 7 indagati in una inchiesta coordinata dalla procura, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata a consumare una serie indeterminata di delitti contro l’integrità delle opere d’arte e contro il patrimonio, in particolare truffa e autoriciclaggio. Due degli indagati risiedono a Bologna, due a Treviso e il quinto vive all’estero.

Gran parte delle opere sono state trovate fra Bologna e Padova, mentre alcune vengono ancora ricercate perché già piazzate sul mercato. Il reato di truffa si è configurato perché diversi quadri risultano essere stati venduti, come autentici, a cifre dai 10’000 ai 600’000 euro. Il sequestro preventivo impeditivo è finalizzato a evitare che anche altri quadri siano messi in commercio.

Gli investigatori spiegano che la falsità delle opere è ritenuta altamente verosimile, e in molti casi è stata accertata da analisi chimiche sulle tele, ma gli accertamenti sono ancora in corso.

Parte delle opere sono state trovate fra l’abitazione e un caveau di un anziano collezionista bolognese, già conosciuto alle forze dell’ordine e ritenuto il principale indagato nell’inchiesta. Nella sua abitazione sono stati sequestrati anche strumenti da pittura che fanno sospettare che l’uomo possa avere personalmente realizzato disegni e dipinti.

L’indagine era partita nel 2018 quando, nell’ambito dell’operazione “Paloma”, i carabinieri gli sequestrarono varie opere d’arte contemporanea false, tra cui due disegni a firma di Francis Bacon appartenenti a una collezione di dubbia autenticità. L’uomo sostiene che si tratti di opere ricevute direttamente dall’artista, scomparso nel ’92. Le Fiamme gialle hanno poi analizzato le movimentazioni finanziarie con l’estero riconducibili allo stesso, risultate incompatibili con le sue fonti lecite di reddito.

Secondo quanto è emerso dalle indagini di Arma e Finanza, il collezionista e gli altri indagati avrebbero operato con l’obiettivo di accreditare le opere false attraverso prestigiose esposizioni nazionali e internazionali, cataloghi, siti internet, in modo da accrescerne la quotazione, per poi rivenderle in maniera fraudolenta e a caro prezzo.

Dalla ricostruzione dei flussi finanziari è emerso che “il sodalizio, nell’intento di ostacolare l’identificazione della provenienza illecita delle somme, si serviva di una società con sede nel Regno Unito dove venivano convogliate e reimpiegate le provviste per poi redistribuirle, una volta ‘ripulite’, ai vari indagati, direttamente o attraverso imprese nazionali ed estere con sede in Spagna e Polonia”.

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