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Vertice OMC in Qatar: “il mondo non è una merce”

Il Terzo Mondo è sistematicamente svantaggiato dalle regole dell'OMC; la Svizzera dovrebbe promuovere un "ciclo dello sviluppo" Keystone

Ultime mosse delle ONG per influenzare il mandato svizzero in vista della quarta conferenza dell'Organizzazione mondiale del commercio.

Resta poco tempo per fare pressione sul Consiglio federale che si appresta mercoledì a definire il mandato per la delegazione svizzera presente alla quarta conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), prevista a Doha, nel Qatar, dal 9 al 13 novembre.

Lunedì i sindacati, le opere d’aiuto umanitario e le organizzazioni di protezione dei consumatori e gli ambientalisti, riuniti nella Coordinazione Svizzera-OMC, hanno convocato la stampa a Berna per presentare le loro critiche e perplessità sullo spirito del mandato. Un mandato che è invece già stato approvato dalle associazioni padronali.

Lanciare un “ciclo di sviluppo”

La Coordinazione Svizzera/OMC chiede al governo elvetico di difendere gli interessi dei paesi in via di sviluppo. Invece di proporre un nuovo ciclo di liberalizzazioni, come fu già il caso alla conferenza di Seattle nel 1999, la Svizzera dovrebbe impegnarsi per lanciare un “ciclo dello sviluppo”. Questo potrebbe contribuire ad eliminare i pregiudizi che i trattati dell’OMC sistematicamente impongono ai paesi del Terzo Mondo.

Le organizzazioni hanno anche detto di temere in modo particolare i rischi che la liberalizzazione proposta dall’OMC fa correre ai servizi pubblici, un settore politicamente molto sensibile. Il rappresentante dei sindacati ha evocato la Posta e le Ferrovie, un settore pubblico dove molto spesso le condizioni di lavoro sono esemplari. La liberalizzazione può far vacillare i pilastri tradizionali dell’ordine sociale e democratico nei paesi industrializzati e minaccia di ostacolare lo sviluppo di strutture altrettanto stabili nei paesi in via di sviluppo. Per i sindacati, è importante il rispetto delle norme fondamentali sul lavoro, ancorate nelle disposizioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro.

Nell’ambito del dibattito sulla compatibilità fra l’Accordo sulla proprietà intellettuale e l’accesso ai medicinali, la Coordinazione insite sulla necessità di far passare la salute davanti al profitto. La Dichiarazione di Berna, ha fatto notare come la Svizzera, purtroppo, si opponga a una maggiore flessibilità dei brevetti per proteggere la sua industria farmaceutica. In questo modo entra in contrasto con i suoi stessi obiettivi di politica di sviluppo.

Per quanto riguarda l’agricoltura, la Coordinazione preconizza un modello con una produzione che possa prolungarsi nel tempo e preveda la sicurezza alimentare per le popolazioni povere. Inoltre, gli accordi dell’OMC non dovrebbero mettere in pericolo i trattati di protezione dell’ambiente. L’obiettivo deve essere quello di una produzione alimentare diversificata e di qualità, basata sui bisogni dei consumatori.

“L’OMC si nasconde nel deserto”

La rappresentante di Pro Natura ha fatto notare l’assurdità dell’altissimo costo energetico che i prodotti esotici disponibili tutto l’anno sulle nostre bancarelle comportano: una mela Granny Smith importata dal Sudafrica richiede per la sua produzione 50 volte più energia di una mela Boskop coltivata in Svizzera. Pro Natura ammette che la Svizzera già si impegna per la protezione della natura, ma questo sforzo si scontra spesso con gli interessi economici. Pro Natura esorta dunque Berna a una maggiore coerenza.

La Coordinazione si è anche lamentata delle limitazioni imposte dal Qatar per la partecipazione al vertice di Doha. Ciascuna organizzazione non governativa (ONG) ha potuto inviare un solo rappresentante. Una misura tanto più discriminatoria se si pensa che una buona metà delle ONG presenti sono associazioni padronali e industriali. Questo fa dire alla Coordinazione che “l’OMC si nasconde nel deserto”. Da precisare, comunque, che la conferenza di Doha è ancora in forse, e rischia addirittura di essere annullata in seguito al perdurare dei bombardamenti americani in Afghanistan.

Per dare maggiore peso alle sue rivendicazioni, la Coordinazione appoggia la manifestazione nazionale pacifica che si svolgerà il 10 novembre a Ginevra, il cui slogan sarà “il mondo non è una merce”.

Mariano Masserini

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