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Lotta alla criminalità economica: mancano esperti

Tra questi crimini, pure la pirateria di prodotti software (che, nella foto, stanno per essere distrutti) Keystone

In Svizzera, i delitti economici generano annualmente costi stimati tra 3 e 5.4 miliardi di franchi. E la giustizia non riesce a farvi fronte in modo adeguato: mancano gli esperti, mancano le capacità.

Secondo un rapporto, questo tipo di criminalità non è tuttavia una minaccia per la sicurezza interna.

Soltanto i cosiddetti crimini economici classici, come truffa, fallimento doloso o gli altri reati contemplati nel Codice penale svizzero, sono all’origine di costi stimati a 1.2 miliardi di franchi all’anno.

Il rapporto “Sicurezza interna della Svizzera 2002”, pubblicato in luglio dall’Ufficio federale di Polizia (UFP), sottolinea che si debba tuttavia considerare un volume occulto di almeno il 50%. Ed allora i costi complessivi aumentano fino ad almeno 3.5 miliardi di franchi.

Se poi si tiene conto pure dei presunti danni causati dal lavoro nero, dallo spionaggio industriale o dalla criminalità informatica, settori per i quali non esistono dati statistici, allora i danni possono superano i 5 miliardi di franchi. Ciò che rappresenta l’1.5% del prodotto nazionale lordo.

Il rapporto, tuttavia, relativizza: “Attualmente la criminalità economica non costituisce una minaccia maggiore per la sicurezza interna della Svizzera e per il buon andamento delle attività economiche lecite».

Urgono esperti

128 procedimenti pendenti per 14 procuratori distrettuali. L’esempio della procura III di Zurigo è sintomatico.

Gli addetti devono sgobbare non poco per trattare tutti questi casi. SAirGroup è il procedimento che da più da fare: 2500 classificatori su cui lavorano tre procuratori distrettuali e quattro collaboratori.

E tra i nomi degli indagati non mancano i nomi eccellenti: ad esempio Philippe Bruggisser (ex direttore di SAirGroup), Hans-Peter Bachmann (Banca Vontobel), Percy Barnevik (ABB), Daniel Affolter (Kuoni) oppure Martin Ebner.

«Statisticamente avremmo bisogno del triplo della gente», ha spiegato Christian Weber, procuratore pubblico e responsabile della procura distrettuale III della città sulla Limmat.

“E non si annunciano miglioramenti all’orizzonte: siamo in un periodo di vacche magre e il cantone deve risparmiare”. A livello nazionale, la Handelszeitung, settimanale economico svizzero tedesco, scrive che per combattere efficacemente la criminalità economica nella Confederazione si necessita di almeno 400 esperti.

Svizzera meno colpita

Il lavoro è aumentato molto anche perché i casi sono diventati più complessi e con vaste connessioni internazionali, ha spiegato Weber.

Ciò ribadisce le conclusioni di un altro studio, condotto recentemente dalla società di consulenza PricewaterhouseCoopers, secondo la quale negli ultimi due anni, su scala mondiale, il 37% delle società sono state vittime dei criminali in colletto bianco. Per un danno medio di circa 3 milioni di franchi.

In Svizzera questa percentuale è “solo” del 24%. Il risultato relativamente migliore si spiegherebbe con una presenza più che proporzionale di piccole e medie imprese, meno interessanti per la criminalità economica a causa della loro dimensione ridotta e degli organigrammi trasparenti e di facile lettura.

Il 16% dei casi in Svizzera si sono registrati nel settore dei servizi, il 43% nell’industria ed il 41% nell’ambito finanziario.

Con quest’ultima percentuale, la spesso bistrattata piazza finanziaria elvetica si situa ben al di sotto la media mondiale del 51% stimata dalla PwC.

Un risultato che la stessa PwC spiega con gli effetti di regole più severe introdotte nella Confederazione.

swissinfo e agenzie

La criminalità economica racchiude un ampio spettro di delitti e di autori;
In Svizzera si è riusciti a tracciare un profilo degli autori;
Essi sono principalmente uomini, tra i 30 ed i 45 anni, ben formati;
Godono di un salario superiore alla media e di un prestigio sociale importante;
Conducono spesso uno stile di vita parecchio dispendioso.

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