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Ritornati a casa centinaia di svizzeri sfollati dal Libano

Keystone

333 svizzeri sono arrivati all'aeroporto di Zurigo nel quadro della più vasta operazione di evacuazione realizzata dalla Svizzera da decenni.

In totale sono stati evacuati dal Libano, grazie alle autorità svizzere, 850 cittadini. Nel Paese proseguono le operazioni militari e quelle di soccorso, tra i primi timidi segnali di apertura diplomatica.

Proseguono i combattimenti in Libano: lunedì mattina forze israeliane con l’appoggio di carri armati si sono scontrate con guerriglieri Hezbollah a circa 6 km dalla frontiera con Israele nel sud del Paese.

Intanto si aprono i primi spiragli diplomatici. Hezbollah si dice favorevole ad uno scambio di prigionieri con Israele, mentre lo Stato ebraico sta considerando lo stanziamento nel sud del Libano di una forza di interposizione europea.

Lunedì è attesa in Medio Oriente la segretaria di Stato americana Condoleezza Rice per sostenere la posizione degli Stati Uniti, favorevoli ad un cessate il fuoco nel sud del Libano.

Intanto tre aerei con a bordo svizzeri sfollati dal Libano, residenti o persone che erano in visita nel Paese, sono atterrati fra domenica sera e lunedì mattina all’aeroporto di Zurigo. Gli apparecchi trasportavano in tutto 333 passeggeri.

Stanchi, fisicamente e moralmente

Ad accoglierli allo scalo zurighese vi erano responsabili del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), ha affermato Jean- Philippe Jeannerat, portavoce del DFAE.

“Abbiamo notato molta stanchezza, sia fisica che morale, in queste persone”, ha spiegato Jeannerat. Non ci sono feriti. Le persone più vulnerabili (bambini, anziani e disabili) si trovavano sui primi due aerei.

“Siamo preoccupati per le decine di svizzeri che si trovano ancora in Libano, specialmente nel Sud”, ha detto Jeannerat. Lunedì sera avrebbero dovuto essere evacuati anche loro, ma non sono riusciti a raggiungere il porto da cui partiva la nave che doveva portarli in salvo.

Domenica Israele ha avvertito gli abitanti del Libano meridionale, che si trovano fra il confine internazionale e il fiume Litani, che devono assolutamente abbandonare l’area perché essa è diventata “zona di guerra”.

Operazioni umanitarie

Diversi team di esperti svizzeri dell’aiuto umanitario, una trentina di persone, sono già presenti in Libano, a Cipro e in Siria dal 18 luglio. Domenica hanno ricevuto rinforzi: un nuovo gruppo della DSC si è recato infatti in Libano per coordinare la messa in opera delle misure più urgenti e la coordinazione degli aiuti internazionali, in sostegno alle autorità libanesi.

Per gran parte della popolazione libanese l’accesso ai beni di prima necessità (acqua, cibo, medicinali) non è più assicurato. I malati e i feriti non possono essere trasportati negli ospedali. A soffrire di questa situazione estrema non sono solo gli sfollati, ma anche – e soprattutto – chi vive nel sud.

La Svizzera ha già versato 200’000 franchi al governo libanese per l’acquisto di medicinali e inviato 800 kg di farmaci. Una cifra di 1,5 milioni di franchi è stata messa inoltre a disposizione del Comitato internazionale della Croce rossa (CICR), che soccorre la popolazione vittima dei bombardamenti, ma anche i rifugiati palestinesi dei Territori occupati (Gaza e la Cisgiordania).

Nella stampa domenicale la ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy-Rey ha accennato alla possibilità che questa settimana il governo elvetico aumenti gli aiuti diretti al Medio Oriente, e che discuterà anche un’eventuale partecipazione della Svizzera ad una forza di pace internazionale.

swissinfo e agenzie

Più di 33’000 stranieri hanno già lasciato il Libano e secondo un diplomatico cipriota altre 60’000, 70’000 persone dovrebbero essere evacuate via Cipro.

838 cittadini elvetici vivevano in Libano prima dell’intervento israeliano contro Hezbollah.

713 hanno la doppia cittadinanza libanese e svizzera.

Chi è senza notizia dei propri parenti svizzeri in Libano può rivolgersi al servizio di protezione consolare: +41 31 324 98 08 (dalle 8 alle 18, compresi sabato e domenica). In caso d’urgenza il picchetto del DFAE è raggiungibile 24 ore su 24 al +41 31 323 30 99.

Domenica un nuovo gruppo di esperti della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è arrivato in Libano per sostenere le autorità libanesi nella coordinazione degli aiuti internazionali e per la messa in opera di misure urgenti.

Il delegato all’aiuto umanitario, Toni Frisch, è da lunedì in Libano per valutare la situazione, in particolare nel settore della sicurezza e dell’accesso alle vittime.

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