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WEF: Svizzera rimane paese più competitivo

La Svizzera è il paese con l'economia più competitiva al mondo. Lo riferisce la classifica annuale stilata dal Forum economico mondiale (WEF). KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) La Svizzera è il paese con l’economia più competitiva al mondo. Lo riferisce la classifica annuale stilata dal Forum economico mondiale (WEF), che vede la Confederazione occupare per la nona volta consecutiva il gradino più alto della graduatoria.

Invariati anche i paesi che compongono la Top 5: alle spalle della Svizzera si situano Usa, Singapore, Olanda e Germania. Rispetto allo scorso anno l’unica differenza rilevata dallo studio è lo scambio di posizione tra gli Stati Uniti e la città-Stato del sud-est asiatico.

Le prime dieci posizioni sono completate da Hong Kong – che risale di tre posizioni rispetto alla precedente classifica – seguita da Svezia, Gran Bretagna, Giappone e Finlandia. Da segnalare anche il balzo in avanti (+8) compiuto da Israele che raggiunge la 16esima piazza.

Delle cinque maggiori economie emergenti – riunite sotto l’acronimo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) – la Cina è quella che ha conseguito il risultato migliore, attestandosi al 27. rango.

Gli autori della speciale classifica “Global Competitiveness Report 2017-2018”, pubblicata oggi, hanno rilevato tre elementi problematici: un settore finanziario instabile, la debole tutela dei diritti dei lavoratori e investimenti sbagliati.

Il sistema finanziario non si è ancora ripreso dallo choc della crisi del 2017, scrivono gli autori. Mercati finanziari stabili sono il presupposto per investimenti e innovazione. Inoltre, la competitività si potrebbe migliorare nei mercati del lavoro non regolamentati a condizione che la flessibilità sia combinata con un’adeguata tutela dei diritti dei lavoratori.

“A causa dell’attesa eliminazione di massa dei posti di lavoro provocata dall’automazione e dalla robotizzazione, sarà importante creare strutture resistenti e sostenere i lavoratori durante le fasi transitorie”, si legge nello studio.

Vi è inoltre uno squilibrio tra l’enorme investimento nelle nuove tecnologie da una parte e la mancanza di iniziative che ne attuino l’uso in larga misura dall’altra. Ciò rappresenta una barriera per l’aumento della produttività.

Per realizzare lo studio, gli autori hanno esaminato diversi fattori che contribuiscono alla produttività e alla prosperità di un paese. Tra questi vengono inclusi ad esempio il sistema di istruzione, la prosperità, la dimensione del mercato, gli standard tecnologici, le culture aziendali e l’efficienza del mercato del lavoro.

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