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‘Si chiude venerdì’, ma è veto di Israele su Barghouti

Keystone-SDA

Con l'arrivo a Sharm el Sheik dei due inviati del presidente Usa, il caponegoziatore israeliano, il premier qatarino, l'ufficialità della presenza del capo dell'intelligence turca, è entrato nella fase operativa il negoziato per l'accordo di pace a Gaza.

(Keystone-ATS) Le dichiarazioni riportate dai media arabi sono positive, più caute ma comunque ottimiste quelle israeliane. Il notiziario del ben informato Channel 12 riferisce che i mediatori del Qatar ritengono che si possa raggiungere un accordo entro venerdì: l’obiettivo è annunciare l’accordo questa settimana e iniziare a liberare gli ostaggi la prossima settimana. Notizia confermata da un funzionario della Casa Bianca, secondo il quale si registrano “buoni progressi nei colloqui e un accordo potrebbe essere raggiunto entro pochi giorni”.

Il ministro degli Esteri turco ha dichiarato che un cessate il fuoco potrebbe essere annunciato già mercoledì sera, ma i funzionari israeliani mettono in dubbio questa tempistica.

Nulla è ancora scontato. E dopo il primo round dei colloqui ora si entra nella fase delicata. A cominciare dallo scambio degli ostaggi e dei prigionieri israeliani trattenuti nelle celle israeliane. Le parti si sono scambiate le liste. E quella di Hamas, che chiede più dei 250 ergastolani previsti, conterebbe nomi – come quelli di Barghouti e Saadat – che per Israele restano una ‘linea rossa’. Con il premier Benjamin Netanyahu che, riferiscono i media, sarebbe intenzionato a porre un vero e proprio veto.

Resta anche il nodo del rilascio dei rapiti, soprattutto quelli ormai senza vita per i quali la fazione palestinese ha annunciato che ci vorrà molto tempo per rintracciarli. Da sciogliere anche, dopo il raggiungimento della tregua e il rilascio dei rapiti, il nodo del disarmo e del ritiro delle Forze israeliane di difesa (Idf). Punto quest’ultimo su cui Doha ha chiesto precise garanzie.

I mediatori restano comunque ottimisti e il presidente egiziano Sisi ha invitato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump al Cairo alla cerimonia della firma dell’accordo tra Israele e Hamas, nel caso in cui venisse siglato: “I colloqui a Sharm stanno procedendo positivamente. Invito il presidente statunitense a partecipare alla firma dell’accordo di cessate il fuoco qualora venisse raggiunto. Sarebbe meraviglioso averlo qui”. Nel frattempo il sito più letto in Israele, Ynet, rivela che le autorità di Gerusalemme si stanno preparando anche alla possibilità dell’arrivo di Trump in caso si raggiunga l’accordo. Eventualità che però al momento non troverebbe riscontro a Washington.

Secondo una fonte della Casa Bianca a Politico, l’inviato Usa per il Medio Oriente e il consigliere (nonché genero di Trump), Steve Witkoff e Jared Kushner, prima di partire per l’Egitto hanno avuto un ‘incontro strategico’ con il presidente nello Studio Ovale. A Sharm el-Sheikh, dopo gli iniziali incontri ‘tecnici’, mercoledì hanno preso parte alle discussioni tutti i principali mediatori: Witkoff e Kushner per gli Usa, il capo della delegazione israeliana Ron Dermer, il primo ministro del Qatar Mohammed al-Thani, il direttore dell’intelligence turca (Mit) Ibrahim Kalin. Per Hamas ci sono Zaher Jabarin e Khalil al-Hayya.

Secondo fonti palestinesi, le divergenze riguardano in particolare le liste dei detenuti da includere nello scambio con i rapiti. L’organizzazione islamista ha incluso tra gli ergastolani da rilasciare i nomi dei cosiddetti ‘big seven’: Marwan Barghouti, Ahmed Saadat, Hassan Salameh Abdullah, Ibrahim Hamed, Abdullah Barghouti, Abbas al-Sayed, Nayef Barghouti. Tutti hanno decine di pene a vita da scontare e altre centinaia di anni per reati legati al terrorismo. Il piano iniziale prevedeva il rilascio di 250 ergastolani (su 280 totali) e fino a 1700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023. Hamas, si è appreso, avrebbe chiesto anche la restituzione dei corpi di Yahya e Muhammed Sinwar. Gerusalemme non è intenzionato a rilasciare neanche i miliziani della Nukhba di Hamas che hanno commesso il massacro due anni fa. Gli americani, dicono i media israeliani, sono determinati a non lasciare il tavolo dei negoziati fino alla firma dell’accordo.

Nel mezzo del cruciale negoziato a Sharm, a Gaza continuano i combattimenti tra i miliziani di Hamas e l’esercito israeliano. Mercoledì pomeriggio l’Idf ha reso noto di aver eliminato numerosi terroristi che stavano attaccando le truppe e cercando di rapire i soldati in una postazione a Gaza city. Mercoledì pomeriggio i media sauditi hanno affermato che la “pressione araba esercitata sulle parti è senza precedenti”.

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