Perché in Europa la leva obbligatoria sta tornando d’attualità
La scarsità di militari professionisti in Europa, in un contesto di crescenti preoccupazioni per le ambizioni belliche della Russia, ha costretto diversi Paesi a riconsiderare l’idea della coscrizione obbligatoria. La Svizzera non fa eccezione, e il dibattito si è ulteriormente intensificato in vista di un voto chiave sul servizio civico.
La minaccia russa all’Europa non è mai stata così seria dalla fine della Guerra Fredda. Droni e aerei russi hanno violato più e più volte lo spazio aereo dei membri NATO, costringendo l’alleanza militare a mobilitare dei caccia in risposta.
Nonostante le smentite di Mosca, le agenzie di intelligence europee segnalano anche un aumento delle attività di spionaggio, degli attacchi informatici e dei sabotaggi condotti dalla Russia contro infrastrutture critiche.
I governi di tutta Europa hanno reagito aumentando la spesa per gli armamenti. Il vero problema, però, è trovare un numero sufficiente di soldati e soldatesse in grado di utilizzarli, cosa che ha spinto alcune nazioni a ricorrere alla coscrizione obbligatoria o almeno a considerare l’idea.
Di seguito vedremo una panoramica di come hanno reagito i vari Paesi europei e di cosa c’è in gioco nelle prossime votazioni svizzere sul servizio civico.
Perché l’Europa è passata dal disarmo al riarmo?
Dopo decenni di declino dell’attività militare in Europa, si è registrata una forte inversione di tendenza.
In seguito alla Guerra Fredda, gli evidenti miglioramenti in materia di sicurezza avevano spinto molti Paesi europei a ridurre le spese militari e ad abolire il servizio militare obbligatorio. Secondo un sondaggio condotto dall’Organizzazione europea delle associazioni militari (EUROMIL)Collegamento esterno tra le associazioni affiliate di 15 nazioni, il totale delle truppe è stato ridotto in circa due terzi dei Paesi. Tra il 2010 e il 2020, tutti i partecipanti al sondaggio hanno effettuato tagli intorno al 16%.
Tali riduzioni hanno avuto inizio in un periodo in cui, dopo il crollo del comunismo in Russia e in Europa orientale, le nazioni europee si sentivano abbastanza sicure da diminuire le spese militari e reindirizzare i fondi verso i servizi pubblici e il welfare, un beneficio per la cittadinanza che ha preso il nome di “dividendo della pace”.
Di fronte alla nuova aggressione russa, iniziata con l’invasione dell’Ucraina e l’annessione della Crimea nel 2014, però, Paesi come la Lituania (2015), la Svezia (2018) e la Lettonia hanno ripristinato o ampliato la leva obbligatoria.
Il tutto è stato poi ulteriormente rilanciato dalle pressioni statunitensi affinché l’Europa aumentasse la propria spesa per la difesa. Durante un vertice tenutosi a giugno, la NATO ha ribadito l’intenzione di ampliare le proprie forze armate, stabilendo che ogni Stato membro dovrà aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL entro il 2035. Secondo le stime dell’istituto di ricerca Bruegel di Bruxelles e del Kiel Institute for the World Economy, senza il sostegno degli Stati Uniti l’Europa avrebbe bisogno di almeno 300’000 soldati in più. Il Servizio di ricerca del Parlamento europeo ha scrittoCollegamento esterno che la coscrizione è tornata a essere un’opzione valida per aumentare gli effettivi e consolidare la preparazione militare.
Quali Paesi hanno ripristinato il servizio di leva negli ultimi anni?
Croazia, Germania e Danimarca hanno già adeguato le loro politiche di reclutamento. La Svizzera, che ha mantenuto la coscrizione obbligatoria sin dalla fondazione dello Stato federale moderno nel XIX secolo, sta valutando se limitare la possibilità di optare per il servizio civile.
A ottobre, il Parlamento croato ha votato per ripristinare il servizio di leva dopo 17 anni. Secondo la nuova legge, i maschi che raggiungono la maggiore età devono sottoporsi a visite mediche entro la fine dell’anno, con due mesi di addestramento base a partire dal 2026. Il Paese cercherà di arruolare circa 18’000 nuove leve l’anno. Gli obiettori di coscienza potranno optare per il servizio civile, mentre le donne rimangono esenti da ogni obbligo.
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Arruolare le donne nell’esercito alla maniera norvegese
Il prossimo anno, la Germania avvierà un nuovo modello di servizio militare che combina l’arruolamento volontario con la possibilità di attivare la leva obbligatoria qualora i volontari non siano sufficienti a raggiungere gli obiettivi previsti. Tutti i diciottenni dovranno compilare un questionario sulle loro competenze, lo stato di salute e la disponibilità a prestare servizio. Berlino punta ad aumentare le sue forze armate di 80’000 uomini, per arrivare a 260’000 entro il 2035, nel rispetto degli impegni assunti con la NATO.
La Danimarca, invece, ha iniziato a includere le donne a partire dalla scorsa estate, uniformando i requisiti per tutti coloro che raggiungono la maggiore età.
La tendenza alla riduzione delle forze armate non riguarda solo l’Unione Europea. Secondo le previsioni l’esercito britannico potrebbe scendere sotto i 70’000 effettivi per la prima volta dall’inizio del XIX secolo. Nel 2024, l’Australia ha allentato i propri standard di reclutamento per attirare più personale volontario, compresi i cittadini stranieri idonei.
Le variazioni demografiche rappresentano un ulteriore problema: in Corea del Sud, il crollo della natalità ha ridotto i ranghi militari di 110’000 unità in sei anni, scatenando il dibattito sulla possibilità di coscrivere le donne. Le forze di difesa giapponesi hanno un deficit di circa 23’000 unità su 247’000 posti autorizzati, e nel 2023 il reclutamento ha raggiunto appena il 51% degli obiettivi prefissati, il tasso più basso mai registrato.
L’Ucraina, ormai al quarto anno di guerra, fatica a trovare ancora uomini validi, tanto che ha dovuto estendere l’idoneità al servizio militare ai maggiori di 60 anni. Secondo diverse voci, le vittime russe hanno superato il milione, mettendo in luce quanto sia difficile mantenere il livello delle truppe durante un’invasione.
Il sistema svizzero di coscrizione obbligatoria è sicuro come sembra?
La Svizzera ha mantenuto la leva obbligatoria sin dalla creazione della costituzione federale nel 1848. Tutti gli uomini adulti sono tenuti a prestare servizio, effettuando circa cinque mesi di addestramento, seguiti da corsi di aggiornamento periodici fino a circa 35 anni. Il reclutamento femminile invece avviene solo su base volontaria.
L’Aggruppamento difesa svizzero punta a raggiungere le 100’000 unità, con una “forza effettiva” (compresi coloro che sono in fase di addestramento o ancora soggetti a mobilitazione) limitata per legge a 140’000 unità. Nel 2024 il numero di effettivi ha raggiunto quasi 147’000 unità, che il DDPS ha definito “un eccesso”. Tuttavia, il dipartimento avverte anche che nei prossimi anni questo numero andrà calando, poiché, a seguito della riduzione dell’obbligo di servizio da 12 a 10 anni nel 2018, il numero di effettivi dovrebbe scendere sotto la soglia prestabilita dopo il 2028 e potrebbe non risalire fino al 2035.
Come funziona il modello attuale?
Il servizio militare moderno è molto diverso dalla leva militare di una volta. La maggior parte dei governi europei ora preferisce sistemi selettivi o basati su sorteggi che combinano l’arruolamento volontario e una coscrizione limitata. In Svezia e Lituania, solo una piccola parte dei giovani idonei viene chiamata alle armi ogni anno.
Secondo ricercatori e ricercatrici del Parlamento europeo, tutti gli Stati membri dell’UE con coscrizione attiva riconoscono i diritti degli obiettori di coscienza e offrono la possibilità di arruolarsi in un servizio alternativo, solitamente civile o non armato.
Anche la Svizzera ha un servizio civile (Zivildienst) che consente agli obiettori di prestare servizio in settori quali l’assistenza sociale, l’istruzione o la protezione dell’ambiente. Sebbene più lungo del servizio militare, è considerato un contributo civico equivalente.
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Tuttavia, il numero di giovani svizzeri che scelgono il servizio civile è aumentato, suscitando timori di un calo della partecipazione militare. Il governo e l’Assemblea federale hanno quindi iniziato a promuovere riforme per limitare le transizioni.
Un esercito di coscritti è efficace quanto un esercito professionale?
Sebbene la coscrizione possa aumentare rapidamente il numero di truppe, gli eserciti professionali in genere sono meglio addestrati e più facili da accettare in un Paese democratico. Chi è a favore della leva obbligatoria sostiene che offra vantaggi che vanno oltre il campo di battaglia, contribuendo a rafforzare la coesione sociale e la resilienza nazionale.
Tuttavia, il politologo Julian Rossmann dell’Università di Vienna è convinto che sia la risposta sbagliata: “Il dibattito sulla coscrizione evidenzia un modello preoccupante nella politica europea moderna: la responsabilità delle problematiche sociali tende a ricadere sempre sulle generazioni più giovani”, ha dichiarato a Swissinfo.
La critica avverte inoltre che allontanare cittadini e cittadine in età lavorativa dal mercato del lavoro potrebbe rallentare la crescita in società già tendenti all’anzianità. Con il debito pubblico in aumento e i rendimenti obbligazionari in rialzo, ulteriori spese per la difesa a fronte di tagli al welfare sociale possono rappresentare un azzardo.
L’Istituto ifo tedesco stima che la reintroduzione della coscrizione in Germania potrebbe comportare perdite per decine di miliardi di euro. Secondo le sue ricerche, favorire l’arruolamento volontario mediante salari più alti sarebbe economicamente più conveniente.
Non disporre di forze armate adeguate, tuttavia, può essere rischioso: una difesa europea debole potrebbe alimentare le ambizioni russe, minacciando la stabilità in Europa orientale e oltre, e compromettendo la sicurezza collettiva della NATO.
Parallelamente al ripristino della leva obbligatoria, l’UE sta lavorando per potenziare la difesa in tutti gli Stati membri. La Commissione europea ha proposto progetti pilota volti a migliorare la difesa antidrone, il monitoraggio delle frontiere e gli appalti coordinati, indice di un impegno a tutto tondo per costruire un sistema di difesa europeo integrato e collettivo. Il cambiamento è stato ispirato in parte dall’uso innovativo di droni a basso costo in Ucraina. La guerra moderna privilegia sempre più la mobilità e la potenza dirompente rispetto al numero di soldati.
Il servizio civico andrebbe esteso a tutti i cittadini e cittadine svizzeri?
Il 30 novembre l’elettorato svizzero è chiamato a decidere se il servizio civico debba essere obbligatorio per l’intera cittadinanza, militare o civile, indipendentemente dal sesso. Governo e Assemblea federale suggeriscono di respingere la proposta, anche in ragione degli enormi costi finanziari che comporterebbe.
>>> Maggiori informazioni sul voto svizzero riguardo all’iniziativa sul servizio civico:
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Un servizio civico per tutte e tutti? Sarà l’elettorato svizzero a decidere
Articolo a cura di Tony Barrett/vm/ts
Traduzione di Camilla Pieretti
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