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Assemblea Onu approva risoluzione su membership Palestina

(Keystone-ATS) L’Onu rilancia la membership piena della Palestina e scatena l’ira di Israele. L’Assemblea Generale ha adottato a maggioranza dei due terzi una risoluzione che migliora lo status palestinese garantendogli diversi diritti aggiuntivi, ma non quello di voto.

“La Palestina è qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite in conformità con l’articolo 4 della Carta”, si legge nel testo, che invita il Consiglio di Sicurezza a “riconsiderare favorevolmente la questione”. Il via libera del Cds (dove gli Usa il mese scorso hanno posto il veto) è infatti condizione necessaria per un’eventuale approvazione piena da parte dell’Assemblea.

Ma la risoluzione approvata prevede comunque alcuni privilegi aggiuntivi per la Palestina, ad esempio quello di essere seduti tra gli Stati membri in ordine alfabetico, oppure di presentare proposte, emendamenti e sollevare mozioni procedurali in Assemblea (non concessi all’altro Stato osservatore non membro, la Santa Sede, né all’Unione Europea). I palestinesi non avranno invece il diritto di voto, né potranno presentare la propria candidatura per i principali organi Onu come il Consiglio di Sicurezza, il Consiglio Economico e Sociale (Ecosoc) o il Consiglio per i Diritti Umani.

La risoluzione è stata approvata a larghissima maggioranza, con 143 sì, 9 no e 25 astensioni, tra cui la Svizzera e altri Paesi europei come Italia, Germania, Gran Bretagna, Albania, Bulgaria, Austria, Croazia, Finlandia, Olanda e Svezia. Mentre i nove che hanno votato contro sono Stati Uniti, Israele, Ungheria, Repubblica Ceca, Argentina, Palau, Nauru, Micronesia, Papua Nuova Guinea.

Il ministro degli Esteri dello Stato ebraico Israel Katz ha bollato la mossa come una “decisione assurda”: “Il messaggio che l’Onu manda alla nostra regione in sofferenza è che la violenza paga”, ha tuonato, parlando di “un premio ai terroristi di Hamas”. L’ambasciatore Gilad Erdan ha rincarato la dose sottolineando che “questo giorno rimarrà ricordato nell’infamia. Avete aperto le Nazioni Unite ai nazisti moderni”, ha denunciato, parlando di uno “Stato terrorista palestinese che sarebbe guidato dall’Hitler dei nostri tempi”. “State facendo a pezzi la Carta Onu con le vostre mani”, ha detto ai Paesi che hanno votato a favore, passando simbolicamente alcune pagine del documento in un tritacarte.

Gli Stati Uniti, invitati da Tel Aviv a fermare immediatamente i finanziamenti all’organizzazione internazionale, hanno spiegato che il loro voto contrario “non riflette l’opposizione allo Stato palestinese”. “Siamo stati molto chiari nel sostenerlo e nel cercare di portarlo avanti in modo significativo – ha affermato l’ambasciatore Robert Wood -. Si tratta invece di un riconoscimento del fatto che la statualità potrà derivare soltanto da un processo con trattative dirette tra le parti. Resta la nostra opinione che le misure unilaterali alle Nazioni Unite e sul campo non porteranno avanti questo obiettivo”.

Il delegato palestinese Ryad Mansour, da parte sua, ha affermato che “votare per l’esistenza della Palestina non è contro nessuno Stato, ma è un investimento nella pace”. “La nostra bandiera sventola alta e orgogliosa in tutto il mondo – ha aggiunto – ed è diventata un simbolo di chi crede nella libertà”.

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