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Birrerie svizzere attaccano l’OMS: “La birra è un collante sociale”

Keystone-SDA

L'Associazione svizzera delle birrerie (ASB) scende in campo contro l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS): "è sulla strada sbagliata", afferma.

(Keystone-ATS) Dichiarando che ogni goccia di alcol è dannosa, l’OMS cerca di influenzare la politica dei vari stati, compresa la Svizzera, si legge in un comunicato odierno. La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha già annunciato che le raccomandazioni ufficiali sul consumo di bevande alcoliche saranno riviste. Queste affermazioni generano incertezza tra la popolazione, si rammarica l’ASB.

“La birra è un collante sociale da generazioni: davanti a una birra si dialoga, si discute di politica, si cercano soluzioni, si consolidano rapporti o ci si gode semplicemente il momento”, argomenta Nicolò Paganini, presidente dell’ASB e consigliere nazionale (Centro/SG), citato nella nota. “La birra è importante per la coesione della società e del nostro paese”.

Secondo l’organismo anche scienziati svizzeri, come il professor Christian Wolfrum del Politecnico federale di Zurigo, criticano la linea rigida dell’OMS. Si sottolinea come i dati alla base degli studi siano molto eterogenei, talvolta incongruenti, e come non tutte le indagini scientifiche di alto livello mostrino un danno certo dovuto al consumo moderato. Come sempre – osserva l’ASB – vale il principio di Paracelso: è la dose a fare il veleno. La posizione dell’associazione è chiara: la priorità è garantire qualità e consumo responsabile. Ciò che conta è insomma la quantità, non l’astinenza assoluta, viene argomentato.

Intanto però in Svizzera diminuisce la sete di birra: nell’annata 2024/2025 (avviata nell’ottobre dell’anno scorso e conclusasi nel recente mese di settembre), le vendite si sono attestate a 4,7 milioni di ettolitri (470 milioni di litri), l’1,8% in meno dei dodici mesi precedenti.

Il settore sta attraversando una fase di consolidamento e trasformazione, afferma l’ASB. Il ramo è messo alla prova dall’aumento dei costi e dall’evoluzione delle abitudini di consumo: Cresce la domanda di birre tradizionali come Lager, Helles e, sempre di più, Pils, mentre dopo il boom le birre artigianali rallentano.

La produzione indigena (-1,9% a 3,7 milioni di ettolitri) si è contratta in modo più marcato delle importazioni (-1,6% a 1,0 milioni). Si espande per contro la birra analcolica, che registra un aumento del 13%, raggiungendo una quota di mercato del 7,5 %. “I birrifici dell’ASB hanno individuato con anticipo la tendenza e già diversi anni fa hanno adottato scelte strategiche mirate a favore di questo segmento”, commenta il direttore dell’organizzazione, Marcel Kreber, a sua volta citato nel documento per la stampa. “Questa lungimiranza ha aperto la strada a nuove opportunità di crescita, confermando l’elevata capacità innovativa del settore”.

Fondata nell’aprile del 1877, l’ASB ha sede a Zurigo e conta oggi 43 aziende – dal 2022 anche una nella Svizzera italiana: l’Officina della Birra SA di Bioggio – che producono 600 tipi di birra. Stando all’ASB, il ramo realizza un fatturato annuo oltre 1 miliardo di franchi e comprende 50’000 posti di lavoro diretti o indiretti.

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