Raccolta rifiuti sotto l’occhio vigile delle telecamere
Per tentare di porre fine al deposito abusivo di rifiuti vari, la città di Winterthur ha deciso di sorvegliare mediante telecamere i suoi 26 posti di raccolta differenziata di vetro, carta, alluminio, ecc.
In questi posti, tra un container e l’altro, viene raccolta ogni giorno una tonnellata di rifiuti vari, lasciati lì abusivamente. Si tratta, nell’arco di un anno, di una montagna di circa 30.000 buste o sacchetti per la spesa, 17.000 scatole, 2.500 sacchi della spazzatura, centinaia di batterie d’auto, televisori, radio, frigoriferi, pneumatici, e più di ottomila altri oggetti di vario genere.
L’eliminazione di questa massa di rifiuti “illegali”, sottratti alla normale tassazione, costa alla città circa 100.000 franchi all’anno. E ora, Wintethur ha deciso di porre fine a questi abusi, con una videosorveglianza mobile.
In tutti i posti di raccolta è stata montatata una cassetta contenente videocamera, trasmettitore, batteria e rilevatore di movimento; una seconda telecamera sorveglia lo spazio ed i parcheggi antistanti per il rilevamento delle targhe delle auto. Un cartello avverte della presenza dell’impianto di videosorveglianza. Ai trasgressori vengono comminate multe che possono variare dai 50 ai 1500 franchi.
Winterthur non è il primo comune svizzero che adotta questo sistema di sorveglianza per lottare contro il deposito abusivo di rifiuti. Ma è la prima grande città a farlo. La decisione, adottata dalla giunta municipale, non è però rimasta incontestata. Un ricorso s’è già avuto, ma è stato respinto.
Interpellato in merito, l’ombudsman della città, Karl Stengel, ha confermato che il sistema è perfettamente legale, perché rispetta tre condizioni: può essere contestato con ricorso legale; i videonastri sono utilizzati soltanto allo scopo per cui sono stati registrati e vengono distrutti dopo un anno; non vengono effettuate riprese di riserva.
Un altro elemento che fa discutere è il manifesto con cui le autorità cittadine hanno avvertito la popolazione di questa novità. Rappresenta una pecora nera in mezzo a tante pecore bianche, abbinate ad una scritta in otto lingue diverse.
Manco a dirlo, le pecore bianche si trovano sempre in corrispondenza del testo in tedesco e quella nera sempre vicino al testo in altre lingue. Accortesi della gaffe, e per evitare accuse di razzismo, le autorità hanno subito dato ordine di colorare in nero, su tutti i 50 manifesti, una delle pecore bianche accanto al testo in tedesco.
Silvano De Pietro
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