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Gli svizzeri si aumenteranno le rendite di vecchiaia?

Un aumento del 10% di tutte le rendite di vecchiaia: è quanto propone l'iniziativa popolare "AVSplus" su cui il popolo svizzero si esprimerà il 25 settembre 2016. Keystone

Un supplemento del 10% per tutte le rendite di vecchiaia: è quanto chiede l’iniziativa "AVSplus: per un’AVS forte", su cui l’elettorato svizzero voterà il 25 settembre. Per i fautori è la soluzione di fronte al "massacro delle pensioni", per gli oppositori "un’operazione insensata con conseguenze nefaste".

Lanciata dall’Unione sindacale svizzera (USS), l’iniziativa “AVSplusCollegamento esterno” è sostenutaCollegamento esterno dalla sinistra rosso-verde e combattutaCollegamento esterno dalle organizzazioni padronali e dai partiti di destra e di centro. Con il rincaro del 10%, i promotori si prefiggono di compensare l’erosione delle rendite dell’Assicurazione vecchiaia (AVS) rispetto all’evoluzione dei salari e il calo delle rendite della previdenza professionale (PP).

I tre pilastri

La previdenza per la vecchiaia in Svizzera è strutturata secondo il cosiddetto sistema dei tre pilastri.

Il primo pilastro è l’assicurazione vecchiaia e superstiti (AVSCollegamento esterno), che è obbligatoria per tutti e garantisce il fabbisogno vitale.

Il secondo pilastro è la previdenza professionale (PPCollegamento esterno), che è obbligatoria per i lavoratori dipendenti e preserva il tenore di vita abituale.

Il terzo pilastro è la previdenza privata facoltativa, che ha lo scopo di coprire bisogni personali supplementari.

“Nella Costituzione federale è sancito che le rendite AVS e PP devono consentire di mantenere in modo adeguato il tenore di vita abituale. Poiché le rendite delle casse pensioni continuano a peggiorare, per rispettare la Costituzione è necessario migliorare quelle dell’AVS”, argomenta il presidente dell’USS e senatore socialista Paul RechsteinerCollegamento esterno.

Un voto in una fase delicata

L’iniziativa arriva al voto popolare nel bel mezzo dell’esame parlamentare del progetto di riforma “Previdenza per la vecchiaia 2020Collegamento esterno” (“PV 2020”). Quest’ultima prevede una serie di modifiche che toccano sia l’AVS, sia la PP, vale a dire il primo e il secondo dei cosiddetti tre pilastri su cui è basata la previdenza vecchiaia svizzera.

L’obiettivo è di garantirne il finanziamento e mantenere il livello delle rendite dal 2020 in poi, quando andrà in pensione la generazione del “baby boom”, con un conseguente forte incremento dei beneficiari. Ciò in un contesto di prolungamento della speranza di vita, vale a dire del numero medio di anni di versamento delle rendite AVS e PP, e di diminuzione di due fonti di finanziamento primordiali, ossia la popolazione attiva e i redditi da capitale.

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Quando l’elettorato, il 25 settembre, sarà chiamato ad esprimersi sull’iniziativa “AVSplus”, il piano “PV 2020” non sarà ancora varato dal parlamento. Esso fa però da sfondo nella campagna sul voto.

AVSplus in breve

Depositata nel dicembre 2013 con quasi 112mila firme valide, raccolte in meno di un anno, l’iniziativa “AVSplus: per un’AVS forte” propone un supplemento del 10% di tutte le rendite di vecchiaia. Questo dovrebbe essere versato al più tardi dal 2018.

Attualmente la rendita individuale minima di vecchiaia (senza lacune di contribuzione) è di 1’175 franchi al mese, la massima è il doppio, ossia 2’350 franchi mensili, la rendita massima di una coppia è di 3’525 franchi al mese. Il supplemento oscillerebbe dunque tra un minimo di franchi 117.50 e un massimo di 352.50.

Governo e parlamento raccomandano di bocciare l’iniziativa. La Camera del popolo l’ha rifiutata con 139 voti contro 53 e un’astensione, la Camera dei Cantoni con 33 voti contro 9 e un’astensione. A favore si sono espressi i Gruppi socialisti e verdi, mentre tutti gli altri partiti l’hanno combattuta.

L’approccio globale del governo federale per “adeguare la previdenza per la vecchiaia ai bisogni attuali della società” è “la via di mezzo tra estensione e riduzione delle rendite” che consente un finanziamento a lungo termine, ha affermato il ministro della socialità Alain Berset nella conferenza stampa in vista della votazione. Un’operazione equilibrata che – secondo il ministro socialista – verrebbe compromessa in caso di approvazione dell’iniziativa, sostenuta in prima linea dal suo partito.

Cifre da capogiro, per gli uni

L’argomento fa l’unanimità tra gli avversari di “AVSplus”, anche se ancora non si conosce la forma definitiva della “PV 2020” che uscirà dal parlamento. “Di fatto questa iniziativa silura il progetto di riforma”, afferma la deputata Isabelle MoretCollegamento esterno.

La parlamentare liberale radicale rammenta che senza riforme, secondo le stime, l’AVS passerà nelle cifre rosse dal 2020: vi sarà un deficit strutturale di 800 milioni che progredirà fino a 7 miliardi franchi nel 2030. Se l’iniziativa “AVSplus” fosse approvata, dal 2018 si aggiungerebbero 4 miliardi di franchi di uscite che crescerebbero fino a 5,5 miliardi nel 2030. “A quel punto ci sarebbe un buco di 12,7 miliardi: è una cifra enorme”, rileva Isabelle Moret, paventando “un massiccio aumento dell’IVA, di cui soffrirebbero tutti”.

Prezzo modico, per gli altri

“È logico che se una rendita migliora si debba pagare qualcosa in più. Ma si tratta di un prezzo molto modesto”, replica Paul Rechsteiner. Secondo i calcoli dei promotori dell’iniziativa, per finanziare l’aumento del 10% delle rendite basterà un aumento della trattenuta sugli stipendi di 0,8 punti percentuali – a carico per metà ciascuno tra salariati e datori di lavoro –.

“Non si deve dimenticare che il tasso del contributo versato pariteticamente da salariati e datori di lavoro per l’AVS è fermo all’8,4% dal 1975. È meno della metà dell’onere salariale per la PP, che oggi mediamente supera il 19%. E questo nonostante che le rendite dell’AVS siano state indicizzate al rincaro a scadenze regolari, al contrario di quelle del secondo pilastro che sono state brutalmente abbassate”, puntualizza il presidente dell’USS.

Quanto all’aumento delle uscite dell’AVS dovuto al pensionamento della generazione del “baby boom”, i sostenitori dell’iniziativa valutano che per coprirlo sia sufficiente un punto percentuale in più dell’IVA.

Effetto boomerang

Altro rimprovero degli oppositori all’iniziativa è il principio della distribuzione a pioggia, che per giunta avrebbe effetti perversi. Con un supplemento del 10% per tutti, si distribuiscono soldi anche a chi non ne ha bisogno e “di fatto si avvantaggiano soltanto coloro che oggi non hanno diritto a prestazioni complementari (PC), ossia che sono abbienti, mentre si penalizzano i più disagiati”, insorge Isabelle Moret.

Quasi parità nell’AVS

Uno studioCollegamento esterno degli Uffici federali delle assicurazioni sociali (UFAS) e per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU), pubblicato il 12 luglio, ha evidenziato che in media in Svizzera le rendite pensionistiche delle donne sono inferiori del 37% a quelle degli uomini. Ma il divario varia enormemente tra i tre pilastri: è inferiore al 3% per l’AVS, mentre raggiunge il 63% nella PP e si attesta al 54% nel terzo pilastro (previdenza privata).

“L’aumento della rendita AVS avrebbe per conseguenza diretta una egual riduzione della PC”, sottolinea la parlamentare. Il governo prevede che per i due terzi degli attuali beneficiari di PC ciò non cambierebbe la somma che si ritroverebbero in tasca alla fine del mese e che per il 7% si tradurrebbe persino in un peggioramento finanziario. “Le PC diversamente dalle rendite AVS, sono esentasse. Inoltre le prestazioni complementari comportano anche altri diritti, quali ad esempio l’esonero dal pagamento del canone radiotelevisivo e la riduzione dei premi dell’assicurazione sanitaria”, osserva la deputata liberale radicale.

L’assicurazione più sociale

“Occorre ricordare che la Costituzione federale stabilisce che le rendite AVS devono coprire il fabbisogno vitale. Questo deve restare l’obiettivo. Normalmente, non dovrebbe essere necessaria una PC”, sottolinea Paul Rechsteiner. Inoltre l’AVS “è straordinariamente sociale: il rapporto di solidarietà degli alti redditi in favore di quelli bassi è più forte che in qualsiasi altra assicurazione sociale. Perciò, in definitiva, i maggiori beneficiari di un aumento del 10% sono i bassi redditi”, sostiene il senatore socialista.

Tra chi trae maggiori vantaggi da questa struttura sociale dell’AVS, Paul Rechsteiner cita le donne, che mediamente guadagnano molto meno degli uomini. Inoltre, “l’AVS è l’unica assicurazione in cui vi sono degli accrediti per compiti educativi e compiti assistenziali”, rileva.

Il 25 settembre si saprà quali argomenti avranno convinto la maggioranza dell’elettorato elvetico. Come per ogni iniziativa popolare, per essere adottata “AVSplus” dovrà ottenere la doppia maggioranza di sì, dei votanti e dei cantoni.

L’iniziativa in votazione spiegata in questa animazione di easyvote.ch.

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Link

https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20140087Collegamento esterno

https://www.admin.ch/ch/i/pore/vi/vis440.htmlCollegamento esterno

http://www.bsv.admin.ch/dokumentation/gesetzgebung/00092/03409/index.html?lang=itCollegamento esterno

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