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Dipendenti non esitano a dare dimissioni malgrado contesto attuale

Matthias Moelleney, in una foto risalente all'epoca quando era capo del personale del gruppo Swissair KEYSTONE/STEFFEN SCHMIDT sda-ats

(Keystone-ATS) I cambiamenti di impiego osservati sul mercato del lavoro restano frequenti nonostante la minaccia di una recessione. È quanto constata l’esperto in risorse umane (RH) Matthias Mölleney. In un’intervista, evoca una “ondata di riorientamenti” causata dal Covid.

La ricerca di un miglior salario rimane largamente in testa ai motivi citati dalle persone che danno le loro dimissioni, rileva lo specialista in un’intervista rilasciata oggi alla Neue Zürcher Zeitung.

L’aspetto più saliente evocato dai lavoratori è tuttavia il bisogno di ottenere un riconoscimento, che è in netto rialzo, precisa Mölleney, ex capo del personale del gruppo Swissair e oggi responsabile del centro ricerche umane presso la Scuola universitaria professionale di economia di Zurigo (HWZ).

Inoltre, numerosi dipendenti dicono di apprezzare la possibilità di poter lavorare da casa, sebbene si sentano un po’ tagliati fuori dall’impresa quando lo fanno.

Partenze costose

Le carenza di manodopera qualificata fa spostare i rapporti di forza al momento dell’assunzione. I lavoratori sanno che tengono spesso il coltello dalla parte del manico e si mostrano più agguerriti.

In futuro, prosegue Mölleney, l’economia “si batterà per ciascun dipendente” di fronte alla penuria di personale. La mancanza di lealtà può diventare un rischio per il datore di lavoro. La partenza di un salariato può costare fino a un anno di stipendio alla sua impresa, a seconda del livello gerarchico. L’esperto consiglia pertanto ai datori di lavoro di meglio comunicare sulle prospettive che possono offrire.

Negli Stati Uniti, il fenomeno qui menzionato ha un nome: il “Big Quit”, o “Grandi Dimissioni”. Il termine sta a designare un grande movimento di partenze professionali che è iniziato a partire dal luglio 2020, in seguito alla pandemia di Covid-19, quando milioni di Americani insoddisfatti del loro lavoro o del loro salario hanno lasciato il loro impiego.

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