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Eternit Italia: chiavetta Usb vuota, salta sentenza Torino

Famigliari delle vittime ad uno dei processi in Italia all'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny sulla vicenda Eternit (foto d'archivio del 2015) KEYSTONE/EPA ANSA/ALESSANDRO DI MARCO sda-ats

(Keystone-ATS) Colpo di scena al processo Eternit bis di Torino per i morti dello stabilimento di Cavagnolo. La chiavetta Usb dove si trova “il 90% degli atti” del processo è inservibile e la Corte d’appello è costretta a rinviare la sentenza, in programma oggi.

“Siamo mortificate – hanno spiegato le giudici – ma quando siamo andate a cercare un certo passaggio di una consulenza tecnica non abbiamo trovato nulla. È come se la chiavetta fosse vuota o danneggiata”.

L’imputato è l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, per il quale il procuratore generale aveva chiesto la conferma della condanna a 4 anni per la morte di due persone dovuta, secondo l’accusa, all’amianto lavorato nello stabilimento di Cavagnolo.

La corte ha chiesto al procuratore Pellicano di recuperare il materiale e il magistrato ha detto che si rivolgerà al collega che sostenne l’accusa al processo di primo grado. Quasi “il 90%” del materiale era custodito nella chiavetta.

La causa è stata rinviata alla fine di settembre per quella che tecnicamente è stata definita “ricostruzione di atti mancanti”. La Corte concederà poi alle difese un ulteriore “termine” di 15 giorni.

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