
Il Rapid Mapping, quando le catastrofi stravolgono la topografia

Tanto a Blatten, quanto in Mesolcina e Vallemaggia, gli specialisti di Swisstopo sono intervenuti mappando il territorio dopo i disastri - Una fonte di dati preziosa da cui “trarre insegnamenti per il futuro”.
Alluvioni in Mesolcina e Vallemaggia, ma anche in Vallese, dove l’ultimo esempio in ordine di tempo è la frana e il crollo del ghiacciaio a Blatten. Il territorio in montagna, anche proprio a causa delle catastrofi naturali, può cambiare rapidamente. Mutamenti che – in casi simili – vengono prontamente documentati anche a livello topografico, in particolare con il Rapid MappingCollegamento esterno. Ma come funziona esattamente questo servizio?
“Ci occupiamo della registrazione e della messa a disposizione di geodati in caso di evento naturale e di catastrofe, come appunto nel caso di Blatten” spiega ai microfoni di SEIDISERA Francesco Wyss, specialista topografico presso l’Ufficio federale di topografia Swisstopo.
Blatten, prima e dopo la frana:
Gli specialisti di Swisstopo sono organizzati con un servizio di picchetto, “dunque siamo sempre raggiungibili e una volta che arriva la richiesta siamo in contatto con l’Ufficio federale dell’Ambiente per definire esattamente le modalità della registrazione dei dati, per sapere quali registrare, con quale risoluzione e con quale tempistica. Infine ci attiviamo con le diverse possibilità che abbiamo. Possiamo registrare tramite i nostri aerei, oppure con le immagini satellitari o ancora con l’elicottero. La scelta del metodo più ideale dipende dalle esigenze”.
Spesso però non basta svolgere il lavoro un’unica volta: “Ad esempio a Blatten abbiamo registrato delle immagini due volte ed era prevista anche una terza volta alla fine dell’evento. L’evento è stato nel frattempo ‘chiuso’ e verrà poi registrato periodicamente, ma non più nel contesto del rapid mapping. Il territorio è cambiato e verrà quindi monitorato comunque regolarmente, anche se non da noi”.
Vallemaggia, prima e dopo le devastanti alluvioni del giugno 2024:
Una fonte di dati decisamente preziosa, che – oltre a monitorare il territorio – serve soprattutto agli specialisti per delle analisi e per organizzarsi di conseguenza nel caso di eventi futuri: “In ottica futura, con il caso di Blatten si può ad esempio modellizzare e simulare anche frane in altri luoghi. Anche perché sono dei fenomeni che succedono e succederanno sempre più spesso”.
In questo senso, quali sono quindi per voi le sfide maggiori all’orizzonte? “È una buona domanda – risponde ancora Francesco Wyss –, direi che dobbiamo essere pronti a intervenire senza avere una pianificazione. Nel 2024 ci sono stati tre eventi nel corso di due settimane in Mesolcina, in Vallese e in Vallemaggia, e di colpo la quantità di lavoro è stata impressionante. Non si può pianificare, bisogna essere pronti. Ogni evento ha la sua storia, la sua dimensione, la sua tragicità e bisogna essere pronti con tutti i mezzi. Ecco, questa sarà la sfida più difficile”.

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