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Il monito del Papa a leader, il mondo rifiuta la guerra

Keystone-SDA

A una settimana dal grande evento che ha radunato a Roma oltre un milione di giovani per il loro Giubileo, papa Leone è tornato a chiedere che la comunità internazionale operi concretamente in favore del desiderio universale di pace.

(Keystone-ATS) “Continuiamo a pregare perché si ponga fine alle guerre”, ha detto all’Angelus affacciandosi in una assolata piazza San Pietro colma comunque di pellegrini con le bandiere dei più diversi Paesi del mondo.

“L’80esimo anniversario dei bombardamenti a Hiroshima e Nagasaki – ha continuato Leone – ha risvegliato in tutto il mondo il doveroso rifiuto della guerra come via per la risoluzione dei conflitti, quanti prendono le decisioni tengano sempre presenti le loro responsabilità per le conseguenze delle loro scelte sulle popolazioni, non ignorino le necessità dei più deboli e il desiderio universale di pace”.

Più nel merito, papa Prevost è entrato sulla vicenda caucasica con l’accordo siglato alla Casa Bianca a Washington, tra Armenia e Azerbaijan che potrebbe porre fine a decenni di ostilità: “Mi congratulo con l’Armenia e l’Azerbaijan che hanno raggiunto la firma della dichiarazione congiunta di pace – ha affermato -, auspico che questo evento possa contribuire a una pace stabile e duratura nel Caucaso meridionale”.

La preoccupazione di papa Prevost torna subito dopo per Haiti: “La situazione della popolazione è sempre più disperata – ha denunciato -: si susseguono notizie di omicidi, violenze di ogni genere, tratta di esseri umani, esili forzati e sequestri. Rivolgo un accorato appello a tutti i responsabili affinché tutti gli ostaggi siano liberati immediatamente e chiedo il sostegno concreto della comunità internazionale per creare le condizioni sociali e istituzionali che permettano agli haitiani di vivere in pace”.

Leone non ha fatto riferimenti espliciti all’Ucraina per la quale pure ha più volte offerto il Vaticano come sede neutra “affinché i nemici possano incontrarsi”, né su Gaza dove anche la piccolissima comunità cattolica, ridotta ora a 450 membri asserragliati dentro la parrocchia della Sacra Famiglia, potrebbe finire nel mirino dei nuovi piani di occupazione.

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