
Inflazione molto bassa, analisti non prevedono interventi BNS

Sebbene l'inflazione di settembre (+0,2%) sia stata leggermente inferiore alle aspettative gli analisti non temono lo spettro della deflazione e ritengono che la Banca nazionale svizzera (BNS) non sia chiamata a intervenire.
(Keystone-ATS) Il rincaro interno rimane stabile e non mostra segni di contrazione, afferma in un commento Karsten Junius di Safra Sarasin. È vero che l’inflazione importata è chiaramente negativa, ma ciò è normale vista la tendenza al rafforzamento del franco. L’importante è che non sia così bassa come nel 2015 e nel 2020. “Pertanto, tassi di interesse negativi della BNS non sono necessari”, ritiene Junius. La banca centrale dovrebbe poter confidare nel fatto che la sua politica monetaria già espansiva porterà a tassi di inflazione più elevati nei prossimi trimestri.
Sulla stessa lunghezza d’onda è Sophie Altermatt di Julius Bär. Malgrado l’inflazione rimanga complessivamente bassa gli ultimi dati non indicano la necessità di portare i tassi di interesse in territorio negativo.
Dal canto sui Florian Germanier di UBS prevede per il quarto trimestre un leggero aumento dei prezzi in Svizzera, con un rincaro su base annua intorno allo 0,4%. Ciò è in linea con le previsioni della BNS: pertanto l’istituto continua ad aspettarsi un tasso guida invariato allo 0%.
Per l’economista della Banca cantonale di Zurigo (ZKB) Kevin Gismondi la politica dei tassi a livello zero praticata dalla BNS dovrebbe protrarsi ancora per un periodo piuttosto lungo.