James Patterson, “Marilyn probabilmente fu uccisa”
Marilyn Monroe uccisa a causa delle sue "relazioni pericolose"? Ne è convinto il giallista James Patterson il cui prossimo libro, "The Last Days of Marilyn Monroe: A True Crime Thriller" rivisiterà l'ascesa e la caduta della più leggendaria diva di Hollywood.
(Keystone-ATS) “Penso che navigasse in acque molto pericolose”, ha detto l’autore di thriller più venduto del mondo in una intervista all’Hollywood Reporter: “Aveva queste incredibili relazioni con il presidente J.F. Kennedy, con Robert Kennedy, con Frank Sinatra e con figure della Mafia. Gente che le confidava cose di cui lei teneva traccia. Marilyn era a conoscenza di cose che erano potenzialmente pericolose”.
La celebre diva di “A Qualcuno Piace Caldo” fu trovata morta 63 anni fa nella camera da letto della sua casa di Brentwood: scatole di farmaci sul comodino e una bottiglia vuota del sonnifero Nembutal sul pavimento indussero le autorità a decretare il suicidio. La morte della diva, che aveva 36 anni ed era all’apice della carriera, resta una delle delle fascinazioni più durature della cultura pop, una saga storica perfettamente adatta ai nostri tempi ossessionati dalle teorie del complotto.
Il libro di Patterson, co-firmato dalla scrittrice britannica Imogen Edwards-Jones, uscirà in libreria il primo dicembre unendosi alla miriade di esplorazioni narrative sulla vita e la morte dell’attrice: tra le più recenti, due produzioni Netflix del 2022, “Blonde” con Ana de Armas, basato sul romanzo omonimo di Joyce Carol Oates, e “The Mystery of Marilyn Monroe: The Unheard Tapes”, un documentario ispirato al libro di Anthony Summers del 1985, “Goddess”.
Patterson è convinto che il pubblico sia pronto per un nuovo affondo sul mistero della diva: “Tanta gente non ne conosce la storia. Anch’io non sapevo molte cose prima di cominciare”. Tra le “scoperte”del giallista, l’autore di oltre 250 libri che hanno venduto oltre 475 milioni di copie, ha incluso le undici famiglie a cui da bambina l’allora Norma Jean Mortensen venne data in affido e il fatto che da piccola fosse balbuziente. “Non sapevo molto della morte, dell’autopsia che non fu completa come avrebbe dovuto essere e che uno dei detective arrivati sul posto si convinse di trovarsi davanti a una messa in scena. La chiave è: molte persone sapevano qualcosa di lei, ma non molto”.
Contraddicendo l’affermazione di copertina secondo cui quello su Marilyn sarebbe un “thriller di true crime”, il libro include nelle note un avvertimento in piccolo che lo definisce “un’opera di fiction”. C’è una corposa bibliografia, ma anche dialoghi immaginati: “L’ho imparato da Norman Mailer. Ci credo, finché si è onesti con il pubblico”, ha detto Patterson che ora si augura di trovare chi adatti la “sua” Marilyn in una serie tv.