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La Turchia europea? Sfumature nelle reazioni

Keystone Archive

Il Segretario di Stato Franz von Däniken, così come la stampa svizzera, commenta il parere positivo della Commissione europea sull'apertura dei negoziati per l'adesione all'UE della Turchia.

Le conseguenze per l’agenda politica svizzera sono poche, ma il tema fa discutere anche l’opinione pubblica elvetica.

La prospettiva dell’adesione della Turchia all’UE non influenzerà la politica europea della Svizzera: è il parere del segretario di Stato Franz von Däniken, in visita a Bruxelles proprio nel giorno in cui la Commissione europea si è espressa in modo favorevole riguardo all’apertura delle trattative d’adesione della Turchia all’UE.

I capi di governo degli Stati membri dell’UE decideranno il 17 dicembre se dare seguito o meno alle raccomandazioni della Commissione. Le voci critiche nel confronto di un’adesione turca all’Unione europea non mancano, ma von Däniken è convinto che «quando si dà il via ad un processo del genere, prima o poi si arriva alla meta».

I commentatori della stampa elvetica sono più prudenti. «Anche dopo la decisione della Commissione europea, non è affatto certo che la Turchia diventerà membro dell’UE», scrive il quotidiano bernese Der Bund. «L’Unione europea si trova di fronte alle trattative d’adesione più difficili della sua storia».

Conseguenze per la Svizzera

Per il momento è difficile prevedere quali saranno i tempi dell’operazione, molti ritengono che prima di arrivare ad un’adesione definitiva potrebbero passare anche 15 anni. Ecco perché, secondo Franz von Däniken, «per il momento è prematuro parlare delle ripercussioni di una futura adesione della Turchia sul futuro della politica europea della Svizzera».

Secondo il segretario di Stato, l’atteggiamento della Svizzera nei confronti dell’Ue dipenderà, più che dalle decisioni inerenti la Turchia, «dall’applicazione degli accordi bilaterali». Un processo ancora in corso, le cui tappe vengono decise «alla luce delle discussioni all’interno del Paese».

Ma è proprio perché ci sono degli accordi bilaterali tra la Confederazione e l’Unione europea, che un’eventuale entrata della Turchia nell’UE avrebbe delle ripercussioni anche sulla Svizzera. Certi accordi, in particolare quello sulla libera circolazione delle persone, dovrebbero essere adattati.

Nel caso dei 10 paesi dell’Est che sono diventati membri dell’UE qualche mese fa, si è deciso per una clausola di transizione che rimanda ad un secondo tempo l’applicazione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone.

Una Turchia “europea”, significherebbe per la Svizzera poter disporre di un mercato allargato. Sarebbe tuttavia necessario discutere le modalità di accesso ai rispettivi mercati del lavoro.

Timori e speranze

Se von Däniken ritiene prematuro discutere delle conseguenze politiche ed economiche di un’adesione della Turchia all’Ue, la stampa elvetica affronta il tema da un punto di vista più sociologico.

Il quotidiano romando Le Temps scrive che la «questione turca porta l’Europa ad interrogarsi sulle sue frontiere (un domani con l’Iraq e la Siria come vicini prossimi?), e a chiedersi se riuscirà ad assumere la sua dimensione musulmana, abbandonando la nozione di “club cristiano”».

La Tribune de Genève declina in modo ironico il tema dei timori legati ad un ingresso della Turchia in Europa. Una vignetta ritrae un contadino friborghese in costume tradizionale che dice al suo interlocutore: «Mi domando se non avremmo fatto meglio a dire “sì” all’UE per poter dire “no” alla Turchia».

A non capire questi timori sono i turchi residenti in Svizzera. Intervistato da 24 Heures, Mehmer Karagülle, presidente dei turchi di Losanna, afferma di non capire perché dovranno passare 15 anni prima che la Turchia possa raggiungere l’Europa. Per lui la differenza tra l’Europa occidentale e il suo paese non è così marcata.

«In Turchia andare a bere una birra o andare alla moschea, mettere una minigonna o il velo sono delle scelte personali. In alcune città turche quest’estate ho visto della persone andare a spasso in bikini. A Losanna questo non si vede. Certo, c’è ancora una grande differenza tra le zone urbane e le campagne, ma in Svizzera è la stessa cosa».

swissinfo

Nel 2020, la Turchia dovrebbe avere 86 milioni d’abitanti. In caso di adesione, diventerebbe il paese più popoloso dell’UE.
Per gli scettici, l’adesione della Turchia costerebbe molto cara e apporterebbe una componente musulmana difficile da gestire.
Per i fautori, l’UE non può procrastinare all’infinito gli impegni presi. Inoltre, il valore geopolitico della Turchia è d’importanza capitale per l’Europa.

La Commissione europea ha raccomandato il 6 ottobre di aprire i negoziati d’adesione con la Turchia.

Il testo della raccomandazione servirà da base alla decisione dei capi di governo europei, che si riuniranno a Bruxelles il 17 dicembre.

I primi contatti tra la Turchia e l’allora Comunità economica europea risalgono al 1959. Nel 1999, l’UE riconosce alla Turchia lo statuto di candidato ufficiale all’adesione.

Attraverso gli accordi bilaterali, l’adesione della Turchia all’UE avrebbe delle conseguenze anche per la Svizzera.

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