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MO: Hamas, persi contatti con due ostaggi dopo raid israeliani

Keystone-SDA

L'ala militare di Hamas ha affermato di aver perso i contatti con due ostaggi a Gaza City, Matan Angrest e Omri Miran, a causa delle operazioni militari israeliane nei quartieri di Sabra e Tal al-Hawa a Gaza City.

(Keystone-ATS) “La vita dei due prigionieri è in serio pericolo”, ha dichiarato la fazione palestinese su Telegram, chiedendo a Israele di ritirarsi immediatamente a sud dell’autostrada 8 e di interrompere gli attacchi aerei per 24 ore a partire dalle 18 di oggi, in modo da poter soccorrere i due rapiti. Lo riporta al Jazeera.

Dal canto suo, il presidente Usa Donald Trump si è espresso così su Truth alla vigilia dell’incontro con Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca domani. “Abbiamo una enorme opportunità di grandezza in Medio Oriente. Tutti sono a bordo per qualcosa di speciale, per la prima volta in assoluto. Lo realizzeremo!!!”.

Intanto, il parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, padre Gabriel Romanelli, ha commentato in questo modo il piano di Donald Trump. “Sarà il principio della fine? Speriamo di sì ma come tante volte ho detto la gente qui non ci crede, non nelle cose della guerra perché hanno sofferto e soffrono moltissimo, sono state date troppe false speranze”.

“Veramente noi speriamo con tutta l’anima però la gente qui non è molto entusiasmata da queste notizie – fa sapere il sacerdote -, siamo nella guerra, tra i bombardamenti sempre più vicini, con il fumo della polvere nell’aria che non fa respirare e continua l’esodo massiccio verso Sud”.

Le notizie relative al piano presentato a New York “sono pubbliche, non abbiamo informazioni riservate”, spiega padre Romanelli, “sembra che questa volta sì, arrivino a un accordo con la liberazione di tutti gli ostaggi, sia quelli vivi, sia quelli morti. Noi qua leggendo le notizie ci sembra che nemmeno i familiari degli ostaggi sappiano chi è vivo e chi è morto, che non lo sappia nessuno ma la liberazione di tutti gli ostaggi potrebbe essere l’inizio della fine di questa guerra, come una tregua permanente e bene, con varie condizioni poste dal presidente degli Stati Uniti – continua -, sono 21 punti”.

Il parroco ricorda che la popolazione “qui è nella guerra, sono arrivate ulteriori istruzioni di evacuare i quartieri, ancora più gente sta andando al Sud, c’è chi parla di 300 mila, chi di 400 mila persone, come che sia nel centro e nell’est della città” di Gaza “si sta ammassando moltissima gente”.

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