
Papa, no alle punizioni collettive, basta guerra

Stamane all'Angelus, recitato dalla residenza di Castel Gandolfo, papa Leone XIV ha chiesto con forza alla comunità internazionale di fermare la barbarie della guerra, che si osservi il diritto umanitario e si rispetti il divieto di punizione collettiva.
(Keystone-ATS) Papa Prevost ha espressamente citato gli attacchi “militari” dell’esercito israeliano di questi giorni, non solo alla chiesa latina della Sacra Famiglia, ma anche agli altri attacchi militari contro la popolazione civile e i luoghi di culto.
Leone XIV ha espresso inoltre preoccupazione per i paventati piani di deportazione o concentramento della popolazione palestinese, proprio nel giorno in cui l’esercito israeliano inizia una operazione di terra con ordini di evacuazione ai gazawi verso Sud. Ai cristiani del Medio Oriente, in particolare, Leone ha rivolto parole accorate e di vicinanza.
Con un fuori programma, il Papa si è lasciato anche intervistare brevemente da alcuni giornalisti presenti sul posto, un gesto che dà la misura di quanto reputi straordinari e gravi gli sviluppi a Gaza, tali da aver coinvolto un luogo sacro che doveva essere protetto, in un attacco che ha costretto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a una telefonata di scuse allo stesso Leone.
“Dobbiamo dialogare e lasciare le armi”, ha ribadito il Pontefice, “il mondo non sopporta più la guerra”. Su Gaza, ha aggiunto proprio riferendosi della telefonata con Netanyahu, “abbiamo insistito sulla necessità di proteggere i luoghi sacri e lavorare insieme in questo senso, lasciare tanta violenza e tanto odio”.
La telefonata del primo ministro israeliano difficilmente comunque placherà gli animi in Vaticano. Alle dichiarazioni di ieri di Parolin (“legittimo dubitare sia stato un errore”), si è aggiunto oggi anche il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero delle Chiese orientali, secondo cui si è trattato di “un gesto disumano, tra tanti altri”, “che viola l’antico diritto d’asilo, riconosciuto come progresso della civiltà” e si chiede se mai sia stato “voluto e programmato”.