Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
l’anno 2025 entra nella sua ultimissima fase. Nell’attesa del Natale, vi proponiamo un calendario dell’avvento che ripercorre i migliori articoli della nostra rubrica dedicata alla “Svizzera insolita”. La prima casella si apre oggi.
L’attualità svizzera di questo lunedì è essenzialmente politica, con commenti e analisi sulle votazioni federali di ieri e un focus sulla sessione parlamentare invernale che si apre a Palazzo federale.
Buona lettura
La stampa svizzera di oggi torna ampiamente sulle votazioni federali di domenica. In generale, resta impressionata dall’ampiezza della sconfitta delle due iniziative popolari, che sono state nettamente respinte. L’iniziativa Servizio civico è stata bocciata con l’84,1% dei voti e quella sull’imposizione delle successioni con il 78,3%. Tutti i cantoni hanno respinto i due testi.
Resta da capire il perché di una disfatta di una simile ampiezza. Secondo le analisi dei media, la spiegazione è duplice. Da un lato, la popolazione svizzera conferma la sua tendenza a mostrarsi prudente di fronte alle riforme, in particolare quando l’economia o la politica internazionale sono sotto tensione. Dall’altro, le iniziative presentate hanno faticato ancora una volta a convincere, perché giudicate irrealistiche, complicate da attuare o eccessive.
I commenti si soffermano in particolar modo sul tema della tassazione delle grandi fortune. Per numerosi media, l’iniziativa della Gioventù socialista era troppo mal concepita per convincere. La Neue Zürcher Zeitung parla addirittura di una proposta “senza cervello” e Watson di un progetto “troppo poco riflettuto”. Nella stampa di sinistra, favorevole alla tassazione delle persone particolarmente benestanti, il giudizio è lo stesso, ma espresso in termini più morbidi. Nel suo commento, Le Courrier stima per esempio che la proposta aveva una “carica utopica troppo forte”.
Ma per i media, i risultati molto chiari di domenica non affossano i temi affrontati. La tassazione delle grandi fortune e l’impegno al servizio della società restano temi centrali che vanno ben oltre il quadro svizzero. Le due iniziative sollevavano questioni di fondo che persistono e sulle quali la politica dovrà tornare
Gli svizzeri e le svizzere all’estero non si sono distinti nel voto di domenica. L’analisi mostra infatti che la Quinta Svizzera ha votato come il resto del Paese, respingendo le due iniziative popolari sottoposte al verdetto delle urne. La diaspora è stata tuttavia un po’ più indulgente verso la proposta della Gioventù socialista (GISO).
L’iniziativa della GISO, che mirava a tassare più pesantemente le grandi eredità per finanziare la lotta contro il cambiamento climatico, è stata nettamente respinta dal 78,3% dell’elettorato e da tutti i cantoni. Osservando i risultati dei dodici cantoni dove i voti della Quinta Svizzera sono conteggiati separatamente, si nota che gli svizzeri e le svizzere espatriati hanno anch’essi chiaramente respinto la proposta, ma in modo meno netto, con il 66,6% dei voti.
Questa differenza di quasi dodici punti percentuali tra chi vive in patria e chi vive all’estero è “notevole”, secondo Martina Mousson. La politologa dell’istituto gfs.bern vi vede il marchio del comportamento tipico della diaspora, più a sinistra politicamente e più urbana rispetto alla popolazione interna. Il voto della Quinta Svizzera si avvicina qui all’attitudine elettorale constatata nelle grandi città della Confederazione.
Non vi è invece alcuna differenza significativa per quanto riguarda l’iniziativa “Per una Svizzera che si impegna”. Gli svizzeri e le svizzere all’estero hanno massicciamente respinto la proposta di un servizio civico universale con l’80,7% dei voti, un dato non molto distante dalla media nazionale dell’84,1%. Da notare che la diaspora si è mobilitata poco per queste votazioni federali, con un tasso di partecipazione del 21%.
I membri del Parlamento hanno ritrovato oggi la strada di Palazzo federale, a Berna, per la sessione invernale, in programma fino al 19 dicembre. Questa sessione sarà dominata da questioni finanziarie e di bilancio, in particolare sul contestato programma di risparmio 2027. La tematica sempre sensibile della sovrappopolazione è anch’essa all’ordine del giorno con i dibattiti sull’iniziativa “No a una Svizzera da 10 milioni!”.
Alcuni dossier trattati durante questo inverno interessano direttamente la Quinta Svizzera. Il Parlamento discuterà di un credito di 66 milioni di franchi per modernizzare il sistema informatico che gestisce il pagamento delle rendite di pensione e invalidità all’estero. I progetti di tagli di bilancio saranno anch’essi al centro dell’attenzione, con in particolare una riduzione prevista del contributo federale all’offerta internazionale della SSR, essenziale per l’informazione di chi vive all’estero.
Come da tradizione, i cambiamenti alla presidenza delle due Camere costituiscono gli eventi principali della prima giornata della sessione invernale. Il friburghese Pierre-André Page (Unione democratica di centro) è stato eletto presidente del Consiglio nazionale e diventa così per un anno il “primo cittadino del Paese”. Sessantacinquenne e agricoltore di professione, siede alla Camera bassa dal 2015. Il suo impegno politico è segnato in particolare dalla lotta per la difesa dei valori rurali e della sovranità alimentare.
Per quanto riguarda il nuovo presidente del Consiglio degli Stati, si tratta di Stefan Engler (Il Centro). Questo giurista e politico grigionese di 65 anni è membro del Consiglio degli Stati dal 2011, dopo aver guidato il governo cantonale. Assume la presidenza della Camera alta con l’obiettivo di mantenere moderazione e obiettività in un clima politico teso.
Il tribunale di Sion ha assolto oggi l’autore di un cruciverba controverso. L’uomo aveva definito l’Unione democratica di centro un “partito politico svizzero razzista, xenofobo, omofobo, anti-femminista, anti-ecologista, anti-povero, nazionalista”. Una definizione che non era ovviamente piaciuta al partito, che aveva sporto denuncia.
Il cruciverba controverso era apparso nel novembre 2023 nel quotidiano vallesano Le Nouvelliste. Nonostante le scuse rapide del giornale, l’UDC vallesana ha presentato due denunce penali contro l’autore e il responsabile della diffusione. Il processo, che ha attirato l’attenzione dei media, si era aperto la settimana scorsa e i due imputati rischiavano fino a 30 aliquote giornaliere sospese.
Nel suo verdetto, il tribunale ha ritenuto che i due uomini non avevano fatto altro che esprimere un’opinione, la quale è protetta dalla libertà di espressione. Il giudice non ha nemmeno preso in considerazioni le infrazioni di delitto contro l’onore e/o la calunnia. L’UDC vallesana ha annunciato di non voler fare appello contro questa decisione.
Il Calendario dell’Avvento della Svizzera insolita
Ogni giorno, fino al 24 dicembre, nella nostra rassegna stampa vi proponiamo un articolo a sorpresa selezionato dalla nostra serie “La Svizzera insolita”. Scoprite storie curiose e talvolta bizzarre che svelano il lato meno conosciuto del Paese.
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