
Rimandata visita esperti svizzeri a impianto atomico russo Majak
(Keystone-ATS) È stata rimandata a data da stabilire la visita di esperti svizzeri al controverso impianto russo per il ritrattamento dell’uranio di Majak, negli Urali meridionali. Motivo: “non è stato possibile concludere i lavori preparatori con l’agenzia russa per l’energia nucleare Rosatom”, scrive in una nota di tre righe l’Ufficio federale dell’energia (UFE).
Il viaggio era previsto a metà novembre. “La nuova data verrà comunicata al più presto”, aggiunge l’UFE. L’autorizzazione per la visita dev’essere approvata “in alto loco”, ha detto all’ats Marianne Zünd, portavoce dell’ufficio federale, aggiungendo di non poter fornire maggiori particolari sulle ragioni del ritardo. Fino a pochi giorni fa, secondo la portavoce, all’UFE si contava ancora di poter effettuare la visita come previsto. A Berna si spera ora che sia fissata una nuova data all’inizio del 2013.
Del gruppo di esperti designato per visitare l’impianto fanno parte rappresentanti dello stesso UFE, dei gestori delle centrali atomiche elvetiche e dell’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN).
Una visita era prevista già nel giugno 2011, ma il sopralluogo era stato bloccato all’ultimo momento dall’agenzia russa per l’energia atomica, la quale aveva argomentato che l’impianto si trova in una zona militare vietata. Poi, l’estate scorsa, Rosatom si è infine dichiarata disposta a dare via libera.
Nel settembre 2010, Greenpeace aveva chiesto ai gestori delle centrali atomiche svizzere di non più acquistare uranio russo. L’organizzazione ambientalista – che non è riuscita ad ottenere di far parte della delegazione elvetica – aveva definito l’impianto di rigenerazione di Majak (scritto anche Mayak), “uno dei luoghi più irradiati al mondo”.