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Una boccata di sole per il Ticino

Ti-Press

Il gruppo italiano Pramac investirà 85 milioni di euro in una nuova fabbrica per la produzione di moduli fotovoltaici in Ticino. Determinante per questa scelta anche il marchio "Made in Switzerland".

Buone notizie per l’economia ticinese e soprattutto per una regione strutturalmente in affanno come il Locarnese. L’arrivo della Pramac creerà 150 nuovi posti di lavoro nel settore high-tech.

La tecnologia per la produzione di moduli fotovoltaici a film sottile di silicio messa a punto dalla Oerlikon Solar e già più volte venduta ad altri Paesi come la Germania, Taiwan e Singapore, ora andrà in produzione anche in Svizzera.

Il gruppo italiano Pramac, infatti, si appresta a realizzare uno stabilimento produttivo ad hoc nella zona industriale di Riazzino nei pressi di Locarno.

Stando a quanto dichiarato da rappresentanti della Pramac e della Oerlikon Solar durante la conferenza stampa congiunta indetta il 13 febbraio 2008 a Lugano, la costruzione dell’impianto dovrebbe essere ultimata entro la fine dell’anno corrente. I 150 collaboratori che vi lavoreranno, ha puntualizzato il CEO della Pramac Paolo Campinoti, saranno reclutati nel limite del possibile nella regione.

Raffronto tra possibili ubicazioni

Prima di decidere sulla futura ubicazione dello stabilimento, il gruppo Pramac aveva passato in rassegna diverse località tra cui alcune situate in Italia meridionale, Europa orientale e Spagna. Secondo Campinoti, le condizioni di insediamento e le misure di incentivazione offerte altrove erano in parte sensibilmente migliori che non in Svizzera.

Ciò nonostante la scelta è caduta sul Ticino. A far pendere l’ago della bilancia è stata soprattutto la possibilità di potersi fregiare del marchio di qualità “Made in Switzerland”, essenziale in un segmento di mercato dai prezzi elevati come quello dei moduli fotovoltaici. Senza dimenticare la fiscalità attrattiva, la buona infrastruttura, la vicinanza a centri di ricerca universitari e la rapidità delle procedure burocratiche.

La promozione economica del Cantone Ticino sostiene attivamente l’insediamento del nuovo impianto. Sull’entità dell’aiuto, il direttore della Divisione dell’economia del Dipartimento cantonale delle finanze e dell’economia Arnoldo Coduri non è ancora in grado di fornire cifre precise, in quanto il corrispettivo credito quadro deve ancora essere approvato dal Gran Consiglio (parlamento cantonale).

Inizio della produzione nel 2009

I tempi sono stretti, gli obiettivi ambiziosi. I primi moduli dovrebbero essere immessi sul mercato già nel gennaio del 2009. In una prima fase, il gruppo prevede una produzione annua di 250 mila moduli. La capacità annuale di 30 Megawatt (MW) dovrebbe essere raddoppiata il più presto possibile e raggiungere addirittura 120 MW entro il 2011.

Gli impianti di produzione saranno forniti dalla Oerlikon Solar, la società con sede a Trübbach che si dichiara l’unico fornitore al mondo di soluzioni sperimentate sul campo e pronte all’uso per la produzione di massa di moduli fotovoltaici a film sottile di silicio.

Rispetto alle celle solari tradizionali, la tecnologia impiegata dalla Pramac risulta più economica ed efficiente. I moduli possono essere montati come finestre oppure utilizzati per il rivestimento di edifici.

Energia solare, un mercato in crescita

Il gruppo Pramac con sede a Siena (Italia) è un noto produttore di gruppi elettrogeni e carrelli elevatori. La società è quotata in borsa e nel 2007 ha realizzato un fatturato di 220 milioni di euro.

Con la creazione dell’impianto di Riazzino, Pramac mira ad imporsi in Italia e in Europa come un importante fornitore di energia solare. La decisione di lanciarsi nel settore dell’energia rinnovabile, hanno spiegato i suoi rappresentanti, non è dettata dalla mera sensibilità ecologica, ma dalla prospettiva di un buon affare: “Ciò che conta per noi è fare business.”

In effetti, nell’ultimo decennio, il settore fotovoltaico ha guadagnato molto terreno registrando tassi di crescita dell’ordine del 20-30 per cento. Secondo Jeannine Sargent, CEO della Oerlikon Solar dal settembre 2007, tra alcuni anni, grazie alla maggiore efficienza e ai minori costi di questo metodo di produzione di moduli a film sottile, l’energia solare non dipenderà più dalle sovvenzioni e sarà in grado di competere con i vettori energetici convenzionali.

swissinfo, Gerhard Lob, Lugano
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

La fotovoltaica (FV) è la trasformazione diretta della luce in energia elettrica che avviene all’interno di una cella solare grazie all’effetto fotoelettrico. Questo processo non comporta alcun movimento, non fa rumore e non produce emissioni.

La prima cella solare fu sviluppata nel 1954 negli Stati Uniti partendo dal silicio cristallino. Inizialmente, questi dispositivi erano perlopiù destinati all’approvvigionamento energetico dei satelliti. Poi, la crisi petrolifera del 1973 riportò l’esauribilità dei combustibili fossili sotto gli occhi dell’opinione pubblica e le attività di ricerca nel campo della fotovoltaica vennero intensificate.

Oggi, complici il surriscaldamento climatico, l’inquinamento atmosferico causato dai vettori energetici di origine fossile e le scorte limitate, l’energia solare è diventata una fonte di energia rinnovabile molto in voga. L’obiettivo è quello di abbassare i costi ancora troppo elevati che sinora hanno impedito una diffusione su larga scala di questa tecnologia.

Le celle solari (o fotovoltaiche) sono costituite da diversi film sottili di materiali semiconduttori. In tutto il mondo, il materiale di base usato per la fabbricazione di queste celle è quasi sempre (nel 98% del casi) il silicio. Oltre ad essere disponibile in quantità sufficienti (è infatti il secondo elemento per abbondanza presente sulla crosta terrestre) il silicio ha il vantaggio di essere ecocompatibile.

I moduli solari (o fotovoltaici) sono composti da una serie di celle solari cristalline o a film sottile assemblate e collegate tra di loro in un’unica struttura resistente alle intemperie. Per quanto riguarda il lato superiore, l’incapsulamento è effettuato perlopiù con una lastra di vetro, più raramente con fogli di plastica.

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