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Svizzere emigrate in Turchia, tra elezioni e terremoto

strada affollata di gente
La Turchia è una destinazione molto popolare per chi decide di emigrare: negli ultimi 12 anni, la diaspora svizzera in Turchia è raddoppiata. Copyright 2017 The Associated Press. All Rights Reserved.

Terremoto, inflazione e oppressione delle voci critiche: la vita in Turchia non è affatto semplice. Le elezioni presidenziali di metà maggio potrebbe però portare a una svolta. Come stanno affrontando la situazione sul posto gli svizzeri e le svizzere all'estero?

La nostra conversazione con Michelle Salan ha dovuto essere rimandata con poco preavviso. “Purtroppo oggi non abbiamo elettricità”, ci scrive un lunedì mattina la svizzera che abita a Oğuzeli, una città nel sud-est della Turchia.

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È una situazione tipica della sua vita quotidiana. La mancanza di corrente elettrica e le interruzioni della connessione internet sono però meno gravi della penuria di acqua, dice.

Salan vive in Turchia da due anni. In gennaio si è sposata con il suo fidanzato turco. Dal terremoto di inizio febbraio, una profonda crepa attraversa il suo condominio. Nel frattempo, il suo appartamento è stato giudicato nuovamente agibile.

L’emigrata elvetica non parla turco e quindi segue i media elvetici per tenersi informata. “Molte cose non arrivano affatto in Europa”, dice la donna di 52 anni.

La copertura mediatica del disastro naturale che ha colpito la regione si è esaurita rapidamente. “Tuttavia, la terra continua a tremare e qualche settimana fa ci sono state delle terribili inondazioni”, dice Salan.

auto parcheggiate davanti a un edificio
L’abitazione di Michelle Salan a Oğuzeli, in Turchia. zVg

Inflazione: ora è percepita anche dalle persone straniere

Salan, che vive nella zona terremotata, sta preparando le valigie. Dopo due anni in Turchia sta per tornare in Svizzera, almeno temporaneamente. “Ho finito tutti i risparmi del mio fondo pensione”, dice. Tra le altre ragioni del rientro ci sono il padre anziano e la figlia in Svizzera.

Michelle Salan
Michelle Salan è pronta per rientrare in Svizzera, almeno a titolo provvisorio. zVg

A incidere sulla decisione è stata anche l’alta inflazione in Turchia, che ora viene percepita anche dalle persone emigrate dall’Europa. Gli alimenti diventano ogni settimana più cari, i prezzi della benzina sono alle stelle e gli affitti continuano a salire.

“In inverno, la popolazione del posto doveva scegliere se riscaldare le case o mangiare”, dice un’altra espatriata svizzera.

In Turchia, l’inflazione è aumentata dell’80% negli ultimi cinque anni, secondo l’EconomistCollegamento esterno. L’economia nazionale è comunque riuscita in qualche modo ad andare avanti. La Turchia è stata una delle poche grandi economie a registrare una crescita nel 2020.

Su pressione del presidente Erdogan, la banca centrale ha mantenuto i tassi di interesse irragionevolmente bassi di fronte all’impennata dell’inflazione. In mezzo a questo caos, è notevole che l’economia stia andando così bene.

Con 85 milioni di consumatori e consumatrici, per lo più giovani, il Paese dispone di un ampio mercato interno. La Turchia è da tempo un centro di scambi commerciali tra Oriente e Occidente e la cultura imprenditoriale è profondamente radicata. “La percentuale di popolazione che ha un’attività imprenditoriale è elevata nel raffronto internazionale”, scrive il settimanale britannico.

La Turchia rimane una destinazione attraente

A un migliaio di chilometri a nord-ovest, nella provincia di Kocaeli sul Mar di Marmara, Selin Grögli vive con i suoi 50 cani. Grögli, che risiede in Turchia da sei anni, da qualche settimana ha un nuovo aiutante nel suo rifugio per caniCollegamento esterno. È originario della zona colpita dal terremoto.

Selin Grögli con due cani
In Turcia, Selin Grögli ha aperto un rifugio per cani. zVg

Se il canile dell’espatriata svizzera fosse stato su più piani, l’uomo non avrebbe accettato l’offerta di lavoro. “È traumatizzato”, dice Grögli. La stessa espatriata non conosce nessuna persona in Turchia che non abbia perso almeno un membro della famiglia nel terremoto di febbraio.

In realtà, la 55enne non voleva affatto emigrare in Turchia, ma sei anni fa è rimasta bloccata alla frontiera del Cipro del Nord. Il suo cane avrebbe dovuto essere messo in quarantena per poter entrare nel Paese, ma Selin Grögli non era d’accordo e così è partita alla volta della Turchia.

Nel frattempo, la donna ha notato i vantaggi del Paese: “Il clima è buono, il sistema sanitario funziona e la lingua non è così difficile da imparare”, dice Grögli, che riesce a comunicare facilmente in turco. “È un Paese bellissimo”.

Nel 2022, in Turchia vivevano 5’342 persone di nazionalità svizzeraCollegamento esterno, circa 2’000 in più rispetto a dieci anni fa. “Qui si riceve un’accoglienza calorosa”, afferma anche Michelle Salan, che si dice entusiasta della natura, variegata come in Ticino.

Erdogan resterà al potere?

Il 14 maggio, in Turchia potrebbe finire un’epoca. Quel giorno si terranno le elezioni parlamentari e presidenziali. Il gruppo di opposizione Alleanza della Nazione riunisce sei partiti e potrebbe accordarsi su un candidato comune: Kemal Kilicdaroglu. Il capo dell’opposizione potrebbe succedere a Erdogan dopo circa 20 anni di potere.

“Non importa chi sarà il nuovo presidente, per me non cambierà nulla”, dice Selin Grögli. La svizzera vive in un modo così isolato che la cosa non la tocca quasi per niente. Nella sua percezione, tuttavia, il Paese è diviso. Il veterinario di Grögli, ad esempio, ha venduto il suo studio ad Antalya: “Non inizierà nulla di nuovo prima delle elezioni”, dice la donna.

L’espatriata discute molto con la gente del posto, la maggior parte della quale voterà per l’opposizione. Anche il marito turco di Salan spera in un cambio al vertice.

Erdogan aveva promesso più di 20 anni fa che le norme edilizie sarebbero state applicate con rigore. Tuttavia, durante l’ultimo terremoto sono crollate case che avrebbero dovuto resistere ai sismi, uccidendo decine di migliaia di persone. Ciò ha scatenato aspre critiche nei confronti del presidente.

Nella provincia di Kocaeli, sul Mar di Marmara, dove vive Grögli, 24 anni fa ci fu un violento terremoto. L’evento favorì l’ascesa al potere di Erdogan. Lo stesso potrebbe succedere per il nuovo presidente.

Traduzione di Luigi Jorio

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