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Bangladesh: leader politico islamico condannato a morte

(Keystone-ATS) Un alto responsabile del più grande partito islamico del Bangladesh è stato condannato a morte oggi dalla Corte suprema per violenze commesse durante la lotta per l’indipendenza. La corte ha aumentato la pena di Abdul Quader Molla, leader del partito Jamaat-e-Islami, inizialmente condannato al carcere a vita. Condanna che a febbraio aveva scatenato violente proteste.

I difensori di Molla, hanno da parte loro annunciato che presenteranno un ricorso al massimo tribunale del Paese. Lo riferisce il quotidiano online BdNews24.

Il capo del collegio difensivo, Abdur Razzaq, ha definito la sentenza, dopo la sua lettura, “sbagliata” ed “un episodio triste” nella storia della giustizia. “Un ricorso sarà presentato – ha assicurato – entro 30 giorni dal ricevimento della documentazione ufficiale”.

Un tribunale speciale della Corte suprema ha modificato, aggravandola, una sentenza di ergastolo emessa in febbraio da una corte speciale di livello inferiore nei confronti del partito Jamaat-e-Islami.

In quella sede il presidente dell’International Crimes Tribunal-2, lesse una verdetto di 132 pagine in un aula presidiata da ingenti forze di sicurezza, sostenendo che cinque dei crimini di guerra contestati all’imputato, e commessi nel 1971, erano stati pienamente provati.

Il genocidio del 1971, coinciso con la nascita del Bangladesh e la separazione dal Pakistan, è una della pagine più oscure e tragiche della storia pachistana. Si stima che furono uccisi da 300 a 500.000 civili, mentre il governo di Dacca sostiene che essi furono tre milioni.

Il 21 gennaio 2012, inoltre, lo stesso tribunale aveva condannato a morte l’ex membro di Jammat, Abul Kalam Azad per genocidio e crimini contro l’umanità durante la guerra.

Queste due sentenze hanno causato a Dacca ed in altre città bengalesi gravi disordini durante manifestazioni di piazza promosse da Jamaat-e-Islami e dalla sua sezione giovanile Islami Chhatra Shibir, con gravi danni, morti e decine di feriti.

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