Vicenda Gheddafi: ostaggi svizzeri condannati a 16 mesi di prigione
TRIPOLI - I due cittadini svizzeri trattenuti in Libia sono stati condannati a Tripoli a 16 mesi di prigione da espiare e a una multa di 2000 dinari, una cifra pari a circa 1600 franchi.
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato in serata che i due svizzeri trattenuti in Libia sono stati condannati ieri "in absentia" a 16 mesi di prigione per violazione delle disposizioni relative ai visti. I due uomini d'affari, ha detto il portavoce Lars Knuchel, si trovano tuttora all'ambasciata svizzera a Tripoli. Il DFAE rimane in stretto contatto con i famigliari, ma non vuole fornire dettagli "nell'interesse delle persone coinvolte". La condanna è stata confermata anche dall'ABB, datore di lavoro di uno dei due ostaggi.
Il 12 novembre scorso Tripoli aveva annunciato un imminente processo per "evasione fiscale, infrazione al codice del commercio e violazione della legge sull'immigrazione": i due sarebbero giunti in Libia con visti turistici, ma avrebbero svolto attività commerciali sottoposte a tasse.
Una corrispondenza dell'agenzia Reuters da Tripoli indica che i due uomini d'affari elvetici sono stati condannati "da un tribunale libico". Una fonte giudiziaria citata dalla stessa agenzia ha precisato, senza fornire ulteriori dettagli, che contro la sentenza potrà essere interposto ricorso. A Berna il Dipartimento federale degli affari esteri non ha finora preso posizione.
I due svizzeri - un ingegnere bernese che dirigeva la filiale libica di ABB e uno svizzero-tunisino domiciliato nella regione di Nyon (VD) - sono trattenuti in Libia come ostaggi dal 19 luglio 2008, in segno di ritorsione per l'arresto (2 notti in guardina), il 15 luglio 2008, in un albergo cinque stelle di Ginevra, di Hannibal Geddafi, figlio del leader libico Muammar, e di sua moglie Aline, denunciati per maltrattamenti da due domestici, una tunisina e un marocchino.
Il 20 agosto 2009 il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz si era recato a Tripoli a sorpresa e si era scusato pubblicamente definendo l'arresto dei coniugi Gheddafi "sproporzionato".
Merz aveva ottenuto oralmente l'assicurazione che i due ostaggi svizzeri sarebbero potuti tornare in patria entro fine mese. Ma così non è stato: il 18 settembre i due sono anzi stati convocati e posti in detenzione in "luogo sicuro", nel timore di un tentativo di liberazione da parte svizzera. Il 4 novembre il Consiglio federale ha sospeso un accordo concluso il 20 agosto con la Libia che avrebbe dovuto chiarire le circostanze dell'arresto di Hannibal e il 9 i due ostaggi sono stati rilasciati e sono tornati all'ambasciata svizzera, dove risiedevano in precedenza.