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UFAM: la Svizzera deve adattarsi al cambiamento climatico

Una veduta della frana di Bondo KEYSTONE/EPA KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) La Svizzera non deve solo ridurre le emissioni di gas serra, deve anche prepararsi ai cambiamenti climatici per ridurre i rischi. Lo ha affermato il direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) Marc Chardonnens, durante una conferenza stampa a Berna.

Le conseguenze del riscaldamento climatico sono già percettibili: i ghiacciai si sciolgono, i periodi di siccità e ondate di caldo si verificano sempre più spesso e la stabilità del permafrost – strato di terreno ghiacciato, n.d.r – si riduce, come lo ha dimostrato la frana di mercoledì scorso in val Bregaglia nel cantone dei Grigioni, ha sottolineato.

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I cambiamenti climatici avranno notevoli ripercussioni per quanto riguarda il disgelo del permafrost: ai pendii delle montagne verrà infatti a mancare la struttura costituita da ghiacciai, nelle fessure delle rocce si scioglierà il ghiaccio, falde detritiche diverranno instabili. Inoltre potrà aumentare la frequenza di forti precipitazioni e temporali con un conseguente aumento di inondazioni.

L’adozione di misure come la predisposizione di sistemi di allerta o la realizzazione di strutture di protezione contribuisce quindi a proteggere l’uomo e lo spazio abitativo, ha sottolineato Chardonnens.

A Bondo (GR), il villaggio raggiunto dalla enorme frana staccatasi dal Pizzo Cengalo la settimana scorsa, erano state adottate misure di prevenzione contro questo tipo di pericoli: era stato realizzato un bacino di raccolta contro piene e flussi detritici proprio nella zona del campeggio, che per questo motivo è stato chiuso. Inoltre era stato messo a punto un sistema di allerta con punti di misurazione nel fianco della montagna, volto a consentire l’allarme e l’evacuazione del villaggio.

Per ridurre i rischi legati ai pericoli naturali, la Confederazione, in collaborazione con i Cantoni e i Comuni, accompagna e finanzia misure, ad esempio per l’elaborazione di carte dei pericoli, la costruzione di opere di protezione, la creazione di impianti di sorveglianza e la realizzazione di piani d’emergenza.

L’UFAM ha quindi elaborato un’analisi dei rischi in collaborazione con otto Cantoni per individuare gli effetti regionali dei cambiamenti climatici. I risultati saranno presentati alla fine dell’anno.

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