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Analisti: “tasso BNS allo 0,0% arrivato per restare, a meno che…”

Keystone-SDA

Tutti concordi sul presente, in ordine un po' più sparso sulle prospettive future: si presentano così le reazioni degli analisti finanziari alla decisione odierna della Banca nazionale svizzera (BNS), che ha optato per mantenere invariato allo 0,0% il suo tasso guida.

(Keystone-ATS) In generale però l’opinione dominante è che l'”interesse zero” sia arrivato per restare.

BANCA MIGROS , Santosh Brivio – L’ultima indicazione dei vertici della BNS, secondo cui occorre imparare a convivere con un franco forte, dovrebbe continuare a prevalere. Un ulteriore abbassamento dei tassi di riferimento da parte della BNS non dovrebbe cambiare granché la situazione: gli investitori europei e internazionali considerano gli investimenti in franchi una sorta di assicurazione contro le incertezze congiunturali e (di bilancio) politiche. Anche se questi dovessero costare di più a causa di un tasso di riferimento negativo della BNS, non rinuncerebbero su larga scala a questa copertura assicurativa. Ciò limita il margine di manovra della Banca nazionale, che potrebbe indebolire in modo significativo il valore del franco attraverso la politica monetaria. Prevediamo quindi che anche a dicembre rinuncerà a un taglio dei tassi d’interesse, che sarebbe in definitiva simbolico e causerebbe inoltre i noti danni collaterali sui prezzi degli immobili, sui risparmi e sulla previdenza. La BNS continua a privilegiare il pragmatismo rispetto a un’iperattività inutile.

RAIFFEISEN, Fredy Hasenmaile – Nel complesso, gli effetti macroeconomici dei dazi statunitensi non sono così gravi da costringere la BNS ad applicare tassi di interesse negativi. Grazie a una congiuntura interna ancora solida l’economia elvetica sta tenendo bene, malgrado il difficile contesto economico mondiale. Anche dal punto di vista valutario e inflazionistico non vi è alcuna urgenza di intervenire. Se i dazi statunitensi dovessero però avere un impatto più negativo del previsto sul settore delle esportazioni, se le controversie doganali dovessero intensificarsi e/o se la domanda di franchi dovesse aumentare vertiginosamente non si può escludere un ulteriore allentamento. Inoltre in caso di recessione più profonda sembrano possibili riduzioni dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea (Bce) verso lo zero. Al fine di mantenere il differenziale dei tassi d’interesse e prevenire uno shock di rivalutazione del franco, in futuro rimangono possibili in qualsiasi momento tassi d’interesse negativi in Svizzera.

POSTFINANCE, Philipp Merkt – Il rischio di una fase di deflazione nell’immediato futuro si è attenuato. Non si può però escludere un ulteriore abbassamento del tasso di riferimento nei prossimi mesi. Il massiccio onere doganale che grava sull’industria delle esportazioni nell’importante mercato statunitense dovrebbe rallentare sensibilmente la crescita economica nei prossimi trimestri.

ZKB, David Marmet – La decisione della BNS non è affatto una sorpresa, dato che la direzione aveva ripetutamente sottolineato, prima della decisione odierna, che gli ostacoli per un tasso d’interesse negativo erano elevati. I costi dei tassi sotto lo zero sono sicuramente un punto rilevante per il mantenimento dell’attuale politica. Almeno altrettanto importante è però la situazione economica: al momento non è necessaria una politica monetaria ancora più espansiva. Prevediamo che la politica dei tassi zero sia destinata a durare: la situazione geopolitica rimane fragile, i rischi congiunturali sono elevati, mentre d’altra parte l’inflazione si sta muovendo nella giusta direzione e, secondo le nostre previsioni, il tasso di cambio fra euro e franco si svilupperà lateralmente. Nel complesso, quindi, ci sono buoni motivi per mantenere invariati i tassi nei prossimi trimestri. Prevediamo quindi che il tasso d’interesse di riferimento della BNS rimarrà allo 0% alla fine dell’anno e oltre.

BAK ECONOMICS, Claude Maurer – Come previsto, la BNS ha lasciato invariato il tasso guida: giustamente. La politica monetaria non è lo strumento adatto per reagire ai dazi americani. Sono interessate dal problema solo poche aziende fortemente esposte e in questo caso un abbassamento generale dei tassi di interesse non è d’aiuto. Anche l’attuale debolezza del dollaro non è dovuta a un differenziale di tasso troppo ridotto, ma a considerazioni globali di portafoglio e di copertura. Presumo che la BNS abbasserà i tassi solo quando almeno una delle seguenti quattro condizioni sarà soddisfatta: l’inflazione in Svizzera sarà nettamente inferiore alle attese, il franco si apprezzerà bruscamente rispetto all’euro, la Bce abbasserà i tassi in modo inaspettatamente forte o la disputa commerciale si intensificherà.

BANTLEON, Daniel Hartmann – Nel complesso, la valutazione macroeconomica indica che la BNS è decisamente soddisfatta dell’attuale livello dei tassi di riferimento. Il presidente Martin Schlegel ha ribadito che gli ostacoli a un ulteriore taglio dei tassi in territorio negativo sono elevati. In alcuni punti traspare però ancora la tendenza ad un allentamento della politica monetaria. Da un lato, il tasso di inflazione – secondo le previsioni – si attesta piuttosto nella parte bassa della fascia obiettivo. Dall’altro, la banca centrale sottolinea esplicitamente che la disoccupazione continuerà ad aumentare nel prossimo anno. Il percorso verso un ritorno a tassi di interesse positivi potrebbe comunque rivelarsi arduo: la Svizzera continua a lottare contro le tendenze deflazionistiche e l’industria si trova ad affrontare sfide enormi a causa dei dazi punitivi statunitensi e del franco forte. Sembra quindi che la Confederazione rimarrà intrappolata in un contesto di tassi di interesse pari a zero per un periodo prolungato.

EFG, GianLuigi Mandruzzato – La BNS ha lasciato invariati i tassi d’interesse allo 0% poiché l’inflazione negli ultimi mesi è stata leggermente superiore alle previsioni di giugno e le pressioni inflazionistiche anticipate sono rimaste invariate, indicando un graduale aumento del rincaro elvetico verso il centro del corridoio obiettivo della BNS compreso tra lo 0 e il 2%. Ciò segnala che un ulteriore allentamento della politica monetaria non è necessario, ma indica anche che il tasso guida potrebbe rimanere allo 0% per diversi trimestri.

BCGE, Nicolas Mougeot – Partiamo dal presupposto che la banca centrale manterrà lo 0,0% quest’anno e il prossimo, poiché l’inflazione di fondo è leggermente superiore allo zero. Nel nostro scenario di rischio, però, è possibile anche un taglio dei tassi di 25 punti base nei prossimi dodici mesi. Una misura di questo tipo potrebbe rendersi necessaria a causa di un peggioramento delle prospettive economiche in Svizzera, che potrebbe essere innescato da rischi quali i dazi statunitensi, l’aumento della disoccupazione o un nuovo indebolimento dell’euro a seguito di possibili ulteriori tagli dei tassi da parte della Bce.

LBBW, Katja Müller – Qualsiasi decisione diversa dal proseguimento della politica dei tassi zero sarebbe stata una grande sorpresa. È vero che la banca centrale ha ridotto le sue previsioni di crescita del prodotto interno lordo (Pil) per il prossimo anno da un intervallo fra l’1% e l’1,5% a poco meno dell’1%. A questo proposito, i responsabili della politica monetaria citano esplicitamente l’impatto negativo dei dazi elevati imposti dagli Stati Uniti. Un ulteriore abbassamento del tasso guida non risolverebbe però questo problema. Prevediamo che la BNS manterrà il tasso di riferimento costante per il momento. Inoltre Martin Schlegel intende rendere la comunicazione della BNS più trasparente rispetto al passato: una sintesi della discussione sulla politica monetaria verrà ora pubblicata ogni quattro settimane dopo la decisione sui tassi di interesse. Si tratta di una piccola rivoluzione per la banca centrale svizzera, solitamente molto riservata.

ODDO, Arthur Jurus – Escludendo gli affitti, l’inflazione svizzera è attualmente pari a -0,3%, il che conferma la situazione deflazionistica per la maggior parte dei beni e dei servizi consumati nella Confederazione. Non si dovrebbe quindi escludere un ulteriore taglio nel dicembre 2025.

SAFRA SARASIN, Karsten Junius – Concordo con la decisione della BNS secondo cui mantenere invariati i tassi d’interesse è opportuno in questo momento. La politica monetaria è già espansiva e l’economia non è in recessione, né i tassi d’inflazione sono negativi. Non era necessario un ulteriore abbassamento. Non prevedo ulteriori riduzioni, ma mi aspetto che la BNS li mantenga costanti nei prossimi due anni. Se la BNS dovesse abbassare nuovamente il tasso guida a mio avviso dovrebbe procedere a una riduzione di 50 punti base, qualora un forte shock lo giustificasse. Dato il suo nuovo profilo di inflazione, che prevede un valore finale dello 0,8%, è però più probabile che la BNS agisca con un aumento, come prossimo passo.

LOMBARD ODIER, Philipp Burckhardt – Nel complesso, si può affermare che l’aumento dell’inflazione e la maggiore incertezza sul fronte della crescita forniscono attualmente alla BNS motivi sufficienti per attendere prima di procedere a un’ulteriore modifica dei tassi di riferimento. A medio termine non prevediamo tassi di interesse negativi e riteniamo che gli ostacoli a tale eventualità siano relativamente elevati, anche alla luce dei ripetuti commenti in merito del presidente Martin Schlegel. Con grande interesse attendiamo la pubblicazione, tra quattro settimane, della sintesi delle discussioni di politica monetaria della BNS. Questa comunicazione più ampia è in linea con la tendenza internazionale e dovrebbe contribuire a una migliore comprensione della decisione odierna.

SYZ, Reto Cueni – La Banca nazionale conduce la sua politica monetaria con mano ferma e mantiene il tasso guida allo 0%, il che è ragionevole vista l’attuale situazione economica e politica. Nonostante lo shock dei dazi statunitensi, l’economia svizzera sta andando relativamente bene, l’inflazione di fondo rimane entro limiti accettabili e anche la Bce mantiene per il momento invariati i tassi di riferimento e continuerà probabilmente a farlo, per cui il franco non ha subito variazioni significative rispetto all’euro dalla fine di giugno. La BNS menziona la grande incertezza che grava sul settore delle esportazioni elvetiche, che rappresenta anche per noi il principale punto interrogativo nelle nostre prospettive economiche per la Svizzera. Se dovesse verificarsi un netto peggioramento la BNS potrebbe trovarsi sotto maggiore pressione per abbassare i tassi di interesse al di sotto dello zero.

LUKB, Brian Mandt – La BNS resta calma, nonostante l’incertezza globale. Anche nelle prossime riunioni lo zero dovrebbe rimanere la nuova normalità, poiché i rischi di deflazione sono diminuiti. Nell’ultimo mese il tasso di inflazione è rimasto stabile. Sono soprattutto i consumi privati a trainare l’economia. Se però dovesse verificarsi una contrazione della congiuntura a seguito dell’inasprimento della politica commerciale con gli Stati Uniti e dovesse profilarsi il rischio di deflazione, riteniamo possibile che la BNS spinga il tasso guida in territorio negativo. Dopotutto ha già esperienza nella gestione di tassi negativi.

VP BANK, Thomas Gitzel – Il tasso guida dovrebbe aver raggiunto il suo minimo provvisorio. A medio termine, dovrebbero essere previsti nuovamente aumenti e non riduzioni del tasso di riferimento. Grazie ai nuovi verbali lo stato d’animo all’interno della direzione generale della BNS sarà più trasparente

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