Bosnia, 30 anni fa l’accordo di pace di Dayton
La Bosnia-Erzegovina (BiH) ricorda oggi i 30 anni trascorsi dall'accordo di Dayton, che pose fine al sanguinoso conflitto armato del 1992-1995.
(Keystone-ATS) L’accordo sancì al tempo stesso una marcata divisione etnica e religiosa, alla base della profonda crisi politico-istituzionale che si protrae nel paese balcanico fino ai nostri giorni.
L’intesa fu raggiunta il 21 novembre 1995 al termine di tre settimane di negoziati in una base militare a Dayton, in Ohio (Usa), condotti dai presidenti di Serbia Slobodan Milosevic, Bosnia-Erzegovina Alija Izetbegovic e Croazia Franjo Tudjman.
Il documento fu firmato in presenza dell’allora segretario di stato americano Warren Christopher e dei negoziatori Usa Richard Hoolbruck e il generale Wesley Clark. La firma ufficiale dell’accordo avvenne in una cerimonia solenne il 14 dicembre 1995 al Palazzo dell’Eliseo a Parigi.
Due entità politiche e tre popoli
L’accordo rese definito il nuovo assetto istituzionale della Bosnia-Erzegovina, che si compone di due entità – la Federazione croato-musulmana (FBiH, 51% del territorio) e la Republika Srpska (Rs, 49%) – e di tre popoli costitutivi, bosgnacchi musulmani (circa il 50%), i serbi ortodossi (30%) e i croati cattolici (15%).
Ognuna delle due entità è dotata di un proprio governo, parlamento e organi amministrativi, in una architettura istituzionale estremamente complessa che non favorisce i processi decisionali e l’attività legislativa, caratterizzati da lentezza e continui problemi per via dei continui contrasti fra le tre componenti etniche.
Cresce la contrapposizione
Con il passare degli anni si è accentuata la contrapposizione etnica e politica fra le due entità, con la componente serbo-bosniaca sempre più insofferente di tale ‘coabitazione’ e orientata su posizioni di crescente separatismo.
Il principale obiettivo delle critiche è l’Alto rappresentante internazionale, previsto dall’accordo di Dayton, dotato di poteri speciali anche legislativi. E incaricato di sorvegliare sul rispetto dell’accordo di Dayton. La leadership serbo-bosniaca non riconosce la legittimità dell’attuale Alto rappresentante, il politico tedesco Christian Schmidt, che sarebbe stato nominato senza l’approvazione del consiglio di sicurezza Onu.
L’anniversario dell’accordo di Dayton si celebra nella Republika Srpska come giornata festiva, a differenza della Federazione croato-musulmana dove invece è una normale giornata lavorativa.