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CN: sì a revisione totale legge dogane

Keystone-SDA

Dopo quasi tre anni il Parlamento ha portato a termine la revisione totale della Legge sulle dogane.

(Keystone-ATS) Oggi il Consiglio nazionale si è allineato agli Stati su un ultimo aspetto tecnico di questo imponente progetto, che mira, tra l’altro, a ridurre la burocrazia per le imprese di import-export. Il dossier è quindi pronto per le votazioni finali

Stamane è stata appianata l’ultima divergenza che ancora opponeva le due Camere nella legge sulle bevande distillate. Alla fine è stato deciso che non ci saranno cambiamenti nella pratica dell’imposizione delle bevande alcoliche all’importazione.

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La revisione legislativa, altamente tecnica e che interessa un gran numero di leggi, comprende la digitalizzazione dei processi doganali (programma DaziT), il profilo professionale delle guardie di confine e il trattamento dei dati personali sensibili.

Il Consiglio nazionale ha aggiunto una serie di semplificazioni amministrative e procedure doganali più flessibili per le imprese. Avrebbe inoltre voluto che le aziende di import-export potessero delegare lo sdoganamento dei pacchi ai clienti. Ma il Consiglio degli Stati si è rifiutato di compiere questo passo, temendo un aumento della burocrazia, delle incertezze legali e degli svantaggi per i consumatori.

Il Nazionale avrebbe voluto anche rinunciare puramente e semplicemente alla dichiarazione di alcune merci se queste non sono soggette a dazi doganali. Ma il Consiglio degli Stati non ne ha voluto sapere nemmeno su questo punto.

Sostegno al settore agroalimentare

I settori dell’esportazione e dell’importazione potranno comunque utilizzare una dichiarazione agevolata per le spedizioni di merci non critiche. Solo la sinistra vi si è opposta.

Al pari del Consiglio nazionale, anche gli Stati hanno accettato un sostegno tecnico per il settore agroalimentare. D’ora in poi, i proventi della vendita all’asta dei contingenti doganali dovranno essere trattati come un dazio all’importazione. Ciò consentirà alle aziende di essere rimborsate quando le merci vengono riesportate, in particolare quelle del settore della carne.

Anche in questo caso, la sinistra ha criticato quello che ha definito un regalo alle aziende. Pure il Consiglio federale si è opposto invano, temendo una potenziale perdita di entrate per le casse federali di 200 milioni di franchi all’anno.

Infine, nell’ambito dei controlli alle frontiere, il Consiglio nazionale ha aggiunto un punto sull’uso dei profili del DNA, come proposto dall’UDC. I doganieri potranno prelevare e confrontare i profili al di fuori di un procedimento penale, ciò che ha suscitato il disappunto dei socialisti e degli ecologisti. Nel complesso, la riforma chiarisce i compiti e le mansioni delle guardie di confine a diversi livelli.

Una riforma controversa

La revisione totale non è stata una passeggiata. Il programma DaziT era già stato lanciato nel 2017: a detta del personale doganale non si è tenuto sufficientemente conto del punto di vista dei dipendenti. Tale critiche sono state poi riprese da diverse commissioni parlamentari.

Anche i Cantoni sono stati a lungo scettici, temendo di perdere alcune delle loro prerogative a favore dell’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (USDC). La “ministra” delle Finanze Karin Keller-Sutter ha dovuto istituire un gruppo di lavoro per placare le contestazioni.

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