
CSt: agevolare abbattimento del lupo

L'abbattimento del lupo in Svizzera deve essere facilitato. È quanto ha stabilito oggi il Consiglio degli Stati, approvando due mozioni in questo senso. Toccherà ora al Nazionale esprimersi su entrambi gli oggetti.
(Keystone-ATS) La prima mozione, presentata da Esther Friedli (UDC/SG), chiede che l’abbattimento dei lupi sia permesso anche nelle bandite di caccia. Ciò dovrebbe valere per quegli esemplari la cui uccisione è stata autorizzata. L’atto è stato accolto per 33 voti a 10 (un’astensione).
La seconda, depositata da Pascal Broulis (PLR/VD) e accettata per 32 a 6 (4 astenuti), vuole che la regolazione dei lupi problematici, compresi quelli appartenenti a un branco o presenti nell’areale abituale di un branco, sia possibile durante tutto l’anno qualora questi causino danni rilevanti, in particolare agli animali da reddito, e non soltanto in caso di pericolo per l’uomo.
Spirale da fermare
“Gli attacchi del lupo ormai non riguardano solo le pecore, ma anche i bovini”, ha affermato in aula Friedli. “Ci troviamo in una spirale, non si può andare avanti così”, ha aggiunto, evidenziando come il predatore sia in grado di eludere le misure predisposte finora. Secondo la “senatrice”, la legge in materia dovrebbe quindi essere modificata per permetterne l’abbattimento nelle bandite se ciò è necessario per la protezione dei biotopi, per la conservazione della diversità delle specie e per la cura della selvaggina.
La Svizzera conta 43 bandite federali di caccia con una superficie totale di circa 150’000 ettari, la maggior parte delle quali si trova in zone di estivazione, ha sottolineato la sangallese. Nelle aree in cui vi è una sovrapposizione, è attualmente proibito l’abbattimento di specie protette come il lupo, mentre è consentita, ad esempio, quella del cervo, un ostacolo che, stando all’autrice della mozione, va rimosso. Queste zone peraltro non sono lontane dalla civiltà come si potrebbe pensare, l’ha sostenuta Benjamin Mühlemann (PLR/GL).
Lacune nella legge
Diversi attacchi da parte di lupi hanno messo in evidenza delle lacune nella nuova legislazione sulla caccia, ha rincarato la dose Broulis, citando l’esempio del suo cantone, Vaud. È inaccettabile dover aspettare il 1° giugno per poter adottare misure contro un animale chiaramente problematico, si è lamentato il liberale-radicale.
Una chiara maggioranza del plenum si è detta d’accordo. Per Fabio Regazzi (Centro/TI), bisogna agire per “frenare l’espansione incontrollata del lupo”. Le aggressioni, ripetute e documentate, sono un problema non solo di ordine economico, ma anche emotivo per gli interessati, ha enfatizzato il “senatore” ticinese.
Troppa frenesia
“Non si possono aggiungere con frenesia interventi su interventi”, ha tentato di fare muro Mathilde Crevoisier Crelier (PS/JU), snocciolando tutta una serie di atti già passati alle Camere sul tema. “Bisogna lasciare qualche stagione di caccia per valutare l’effetto delle misure e il tempo ai cantoni di adattarsi”, ha argomentato la giurassiana, ma la sinistra si è trovata in netta inferiorità numerica al momento del voto.
Pure il Consiglio federale era contrario, malgrado Albert Rösti abbia assicurato che il governo “prende molto sul serio questa situazione”. Il ministro dell’ambiente ha ribadito a sua volta come vi siano già numerosi strumenti a disposizione, introdotti di recente, che ha invitato a usare. Ad esempio, ha ricordato, si possono abbattere in qualsiasi momento lupi pericolosi per gli esseri umani.