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La figura di Igor Marini

Con i due parlamentari italiani, fermati per alcune ore a Lugano, c'era anche l'informatore Igor Marini. Il faccendiere è stato arrestato all'uscita dall'Ufficio esecuzioni e fallimenti.

Il suo ruolo nel caso Telekom Serbia non è chiaro e mancano anche i dettagli sulle ragioni del suo arresto.

È una figura opaca, quella di Igor Marini, il «faccendiere» italiano arrestato giovedì a Lugano con l’accusa di riciclaggio.

Di lui si sa infatti pochissimo. Viene dipinto come un mediatore d’affari di ben scarsa fortuna, ma nessuno sembra saper citare almeno uno dei suoi «affari». Tra le carte custodite all’ufficio fallimenti di Lugano è fin qui spuntato un solo documento comprovante la sua attività di intermediazione, relativo a una società con base alle British Virgin Islands – la Judor Trading Limited – la cui attività è peraltro completamente ignota.

Congetture della stampa



Per altri, come «Il Giornale» diretto da Belpietro, è un «promotore finanziario», ma l’Associazione nazionale della categoria ha seccamente escluso che Marini sia tra gli iscritti all’albo.

Se la professione di Marini appare alquanto indecifrabile, non meglio va per le sue amicizie. Lo stesso quotidiano italiano – di centrodestra e di proprietà della famiglia Berlusconi, in prima fila nell’offensiva mediatica contro Romano Prodi e il centrosinistra sull’«affare Telekom serbia» – ricorda i suoi legami con il finanziere Helios Jermini e il notaio Gianluca Boscaro, entrambi morti in condizioni misteriose.

Jermini è stato ripescato il 7 marzo del 2002 nel lago di Lugano, mentre Boscaro è precipitato lo scorso anno con un deltaplano. La moglie di Boscaro, invece, è la persona indicata da Marini come custode dei documenti per cui è entrato in Svizzera assieme ai due parlamentari italiani.

In Italia, in ogni caso, sarebbe già stato indagato per riciclaggio da parte della Procura di Roma. Circostanza smentita dal diretto interessato in un’intervista concessa poche ore prima dell’arresto. Fatto sta, comunque, che le sue «rivelazioni» sull’affare Telekom Serbia è andato a farle direttamente alla Commissione parlamentare dedicata al caso, senza passare attraverso la magistratura ordinaria.

Querele fra i partiti

L’arresto di Marini ha sollevato l’ira e i sospetti dei partiti della maggioranza di governo. Per Carlo Taormina, di Forza Italia, intervistato da swissinfo, «qualcuno ha informato dell’ingresso in Svizzera della delegazione italiana. E questo dimostra che esiste una cupola che governa la vicenda Telekom Serbia».

Enzo Tantino, di An, presidente della Commissione parlamentare interessata al caso, si è invece «limitato» a dire che «l’intervento svizzero è inquietante».

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

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