
Hilti: ricavi in lieve crescita, al netto dell’impatto del franco

Hilti ancora in lieve crescita, perlomeno al netto degli effetti valutari.
(Keystone-ATS) Nei primi otto mesi dell’anno la multinazionale con sede nel Liechtenstein che produce attrezzi e componenti per l’edilizia, in particolare nel campo della demolizione e dell’ancoraggio, ha visto i ricavi attestarsi a 4,2 miliardi di franchi.
La progressione rispetto allo stesso periodo del 2024 è dell’1,4% in valute locali, dato che si tramuta in una contrazione del 2,4% una volta espresso in franchi, ha indicato oggi l’azienda, che nel corso dell’anno informa il pubblico non a scadenza trimestrale, ma dopo quattro e appunto otto mesi. L’utile d’esercizio è da parte sua sceso del 6,7% a 456 milioni di franchi, mentre il profitto netto si è contratto del 10,1% a 310 milioni di franchi.
“Mentre in America e in Medio Oriente registriamo un buon dinamismo, nel difficile contesto che caratterizza alcune zone dell’Europa e dell’Asia ci concentriamo su iniziative che ci consentano di tornare sulla strada della crescita”, afferma il presidente della direzione Jahangir Doongaji, citato in un comunicato. Per l’intero esercizio 2025 il gruppo prevede una crescita del fatturato a una cifra bassa in valuta locale, fa sapere il 58enne figlio di una docente zurighese e di un architetto indiano, cresciuto in India e che dal 2002 è attivo nella sede centrale di aziendale di Schaan (FL).
Ben conosciuto anche dal grande pubblico per i suoi famosi trapani dalla custodia rossa, il gruppo Hilti è un’entità oggi presente in oltre 120 paesi che ha avuto origine nel 1941 in un’autorimessa di Schaan su iniziativa di due fratelli, Martin e Eugen Hilti. La società appartiene a un trust della famiglia Hilti; fra il 1986 e il 2003 è stata anche quotata in borsa, ma ha poi ripiegato sulla proprietà privata con l’obiettivo – così è stato detto – di poter meglio assicurare la continuità a lungo termine dell’azienda. L’organico comprende oggigiorno circa 34’000 dipendenti.