
Italia: Commissione Venezia; Berset, no a riarmo senza democrazia

"I nostri valori" sono "la nostra prima linea di difesa perché oggi, come sappiamo, la sicurezza non è solo militare. Il riarmo senza garanzie democratiche è pericoloso. Domani gli estremisti potrebbero rivolgere quel potere contro i nostri valori".
(Keystone-ATS) Lo ha detto il segretario generale del Consiglio d’Europa Alain Berset, aprendo la cerimonia per i 35 anni della Commissione di Venezia. Quest’ultima, dal nome della città in cui si riunisce, è un organo consultivo del Consiglio d’Europa. Ufficialmente porta il nome di Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto. Ne fanno parte soggetti indipendenti provenienti da diverse nazioni, esperti in diritto costituzionale.
Berset: siamo in una fase di regresso della democrazia
Dopo gli anni della fondazione della Commissione di Venezia e quelli in cui i governi hanno tentato di piegare tribunali e parlamenti, “siamo entrati in una terza fase, caratterizzata da un regresso della democrazia, da minacce esterne e da nuove sfide. Pericolose, chiaramente identificate nella dichiarazione di Reykjavik e visibili ogni giorno. Sto parlando dei tribunali sotto attacco, dell’indebolimento dei parlamenti, del silenziamento dei media indipendenti”, ha detto l’ex consigliere federale, che si è espresso in modo assolutamente analogo lo scorso 2 ottobre al vertice della Comunità politica europea a Copenaghen (Danimarca).
“Sto parlando dell’influenza straniera nelle elezioni. Sto parlando dell’influenza del denaro. Sto parlando delle campagne di disinformazione alimentate dall’intelligenza artificiale. Sto parlando della crisi climatica. E dietro a tutto questo, il doppio standard e il disprezzo per lo Stato di diritto internazionale. La Commissione di Venezia è già al lavoro con le sue liste di controllo dello Stato di diritto, con il suo codice di buone pratiche in materia elettorale, con la sua dichiarazione sull’intelligenza artificiale, con la sua mappatura in corso della legislazione sull’influenza straniera e sull’influenza del denaro sulla democrazia. Con i suoi pareri sull’indipendenza giudiziaria in Ucraina in tempo di guerra. Tutti questi strumenti sono strumenti di sicurezza democratica”.