
Swissmem: servono misure per salvare posti di lavoro

Nel primo semestre del 2025, ancora prima dell'entrata in vigore dei dazi statunitensi, l'industria tecnologica svizzera ha subito un forte rallentamento, con un fatturato in calo del 2,5%.
(Keystone-ATS) Swissmem invita Consiglio federale e Parlamento ad adottare rapidamente misure per salvare posti di lavoro.
Particolarmente preoccupante è l’andamento degli affari nel secondo trimestre: in tre mesi il volume delle commesse è crollato del 13,4%, si legge in un comunicato odierno. Con 324’600 dipendenti, il numero di occupati nell’industria tecnologica è diminuito di 3’100 unità.
Dopo il 7 agosto Swissmem, l’associazione del comparto metalmeccanico ed elettrotecnico elvetico, ha condotto un sondaggio tra le aziende associate. I risultati mostrano che i fattori più gravosi sono il franco forte e la generale debolezza della domanda. Seguono la pressione normativa e il crollo delle attività negli Stati Uniti. La maggioranza delle imprese però non demorde ed è alla ricerca di nuovi mercati.
“Ci troviamo in una fase delicata. Numerose aziende stanno preparando piani di riduzione e delocalizzazione. I licenziamenti sono inevitabili. La loro portata dipenderà dalla rapidità con cui la politica riuscirà ad allentare il dazio statunitense del 39%. A livello nazionale è urgente ridurre i costi per l’industria”, ha detto Martin Hirzel, presidente di Swissmem, citato nella nota.
Consiglio federale e Parlamento sono chiamati attraverso una petizione a ridurre l’onere complessivo per le aziende. È fra le altre cose indispensabile – viene sottolineato – diminuire la burocrazia e bloccare l’introduzione di nuove normative. Per salvare l’industria degli armamenti, serve poi completare la revisione della legge sul materiale bellico.