BERNA - Nonostante le minacce di referendum, il Consiglio nazionale non vuole ritardare la revisione della legge sull'assicurazione disoccupazione. Con 126 voti contro 60, la Camera del popolo è infatti entrata in materia stamani sulla riforma. La maggioranza borghese ha voltato le spalle alla commissione preparatoria, che voleva affossare il progetto.
Radicali e UDC, che in commissione si erano astenuti od opposti, si sono ora allineati al progetto, perlomeno provvisoriamente. "Se la maggioranza dovesse accettare di ridurre i costi a carico dell'assicurazione disoccupazione, noi sosterremmo un aumento moderato dei contributi", ha annunciato Charles Favres (PLR/VD).
I partiti borghesi si sono accordati dietro le quinte per tagliare 703 milioni nelle prestazioni, al posto dei 576 previsti dal Consiglio degli Stati, e di ridurre gli introiti a 646 milioni, al posto di 876. "Non potendo compiere miracoli - ha sostenuto Peter Spuler (UDC/TG) - occorre stringere la cinghia da tutte le parti".
La situazione è grave: il "buco" nelle casse dell'assicurazione disoccupazione raggiunge i 5 miliardi di franchi e potrebbe aumentare l'anno prossimo con un previsto tasso di disoccupazione superiore al 5%, ha ammonito Doris Leuthard. Tuttavia, indipendentemente dalla situazione congiunturale, il sistema soffre di un problema strutturale che fa aumentare annualmente il debito di un miliardo di franchi, ha sottolineato la ministra dell'economia.
Per Christophe Darbellay (PPD/VS) è dunque giunto il tempo di correggere gli errori della precedente revisione del 2002, che si basava su una media di 100'000 disoccupati.
Di fronte all'unione della destra, lo schieramento rosso-verde, che sosteneva la non entrata in materia o il rinvio del progetto, è rimasto a mani vuote. Anche le ripetute minacce di referendum non hanno fatto presa.