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CN: pianificazione territorio; mantenute alcune divergenze con CSt

Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR) durante il dibattito di entrata in materia sulla revisione parziale della Legge sulla pianificazione del territorio KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Le costruzioni fuori dalle zone edificabili devono essere meglio regolamentate. Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Nazionale ha adottato oggi – con 173 voti contro 0 e 13 astenuti – la seconda tappa della revisione della Legge sulla pianificazione del territorio.

La Camera del popolo non si è tuttavia allineata a tutte le decisioni del Consiglio degli Stati, a cui ritorna il dossier.

Ha in particolare accolto – seppur di stretta misura con 91 contro 90 e 5 astenuti – una proposta individuale di Fabio Regazzi (Centro/TI) che chiede di introdurre nella legge una nuova formulazione che consenta un’attuazione più flessibile dei principi che devono essere rispettati durante gli interventi sugli edifici che restano degni di protezione (rustici ticinesi, mazot vallesani e maiensässe grigionesi).

Regazzi propone infatti che le caratteristiche essenziali dell’aspetto esterno, della struttura edilizia basilare e dei dintorni “siano conservate”, mentre nella versione della Camera dei cantoni e della commissione preparatoria ci si voleva attenere al diritto in vigore, ossia “che restino sostanzialmente immutate”.

Portata di talune deroghe ridotte

Su altri punti il Nazionale ha ridotto la portata di talune deroghe decise dal Consiglio degli Stati. Durante l’esame di dettaglio, la destra non è riuscita a mantenere diverse eccezioni introdotte dalla Camera dei cantoni per autorizzare le costruzioni al di fuori delle zone edificabili. La sinistra e il PVL hanno sottolineato che talune di esse avrebbero rimesso in discussione il principio di stabilizzazione degli edifici esistenti nelle zone non edificabili.

Una proposta presentata dalla Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Nazionale è stata in particolare bocciata. Con essa si preconizzava che gli edifici annessi utilizzati a scopo agricolo potessero essere trasformati in edifici abitativi se dispongono di equipaggiamenti sufficienti.

Beat Flach (PVL/AG) ha denunciato un privilegio che creerebbe isolati residenziali in aperta campagna. “Tale richiesta minaccerebbe tutto il progetto”, gli ha fatto eco Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE). Alla fine il plenum ha dato loro ragione, respingendo la proposta della maggioranza commissionale con 101 voti contro 82 e 4 astenuti.

Premio alla demolizione

È pure previsto un premio alla demolizione, che dovrebbe incitare i proprietari a distruggere le costruzioni erette fuori dalle zone edificabili. Tale premio sarà finanziato dai cantoni e dalla Confederazione.

Il Nazionale – con 100 voti a 93 – ha reso più severe le condizioni di concessione di questi premi. Essi saranno versati solo se non verrà realizzata alcuna costruzione sostitutiva, comprese quelle agricole. Inoltre tali premi dovrebbero essere versati soltanto per la demolizione di edifici eretti in conformità al diritto anteriore.

Il plenum ha pure introdotto nella revisione un termine di 30 anni entro il quale costruzioni illegali fuori dalle zone edificabili dovranno essere demolite. Al di là di questa durata, l’obbligo di ristabilire la situazione verrà prescritto.

Controprogetto all’iniziativa sul paesaggio

La revisione parziale della LPT funge da controprogetto indiretto all’iniziativa popolare “Contro la cementificazione del nostro paesaggio (Iniziativa paesaggio)”. La LPT2 è la seconda tappa della riforma sulla pianificazione del territorio. La prima, entrata in vigore nel 2014, concerneva lo sviluppo all’interno delle aree edificate.

La revisione parziale della legge discussa oggi prevede di iscrivere nella Costituzione l’obiettivo di una stabilizzazione del numero di edifici nelle zone non edificabili.

Il dossier, come detto, ritorna ora agli Stati.

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